Dossier

Alla conquista del nanomondo

L’invasione delle nanomacchine

nanomacchina Le potenzialità della nanotecnologia sono enormi e ora cominciano a circolare i primi brevetti e le prime applicazioni commerciali. Sono stati messi in commercio tessuti che incorporano minuscole particelle rendendoli impermeabili alla pioggia e alle macchie, parabrezza coperti di nanoparticelle metalliche che filtrano i raggi solari, palle da tennis che non si sgonfiano.

Il passo successivo saranno i tessuti intelligenti, in grado di adattarsi alle situazioni ambientali: si accorceranno quando fa caldo, cambieranno colore a richiesta, saranno impermeabili solo quando piove.

Uno dei settori più toccati dalla rivoluzione nanotech sarà l'elettronica. I microchip di silicio che sono alla base dei computer devono essere sempre più piccoli e veloci, ma hanno dei limiti strutturali a causa dei quali non si potrà scendere sotto i 100 nanometri. Grandi aziende informatiche, come Ibm o Hp, si sono già lanciate nella ricerca di nuove soluzioni per continuare sulla via della miniaturizzazione. Si sono già sperimentati circuiti e transistor di pochi nanometri, fatti con molecole organiche tratte dal Dna o da proteine, e si pensa di utilizzare anche i nanotubi.

Le tecnologie a scala molecolare sono un bacino di grande potenzialità anche per gli affari. Gli Stati Uniti per primi, dove c'è anche un forte interesse nel settore militare, hanno investito grandi somme nella ricerca, ma anche l'Unione Europea e il Giappone sono scesi in campo.

Restano alcuni timori legati alle dimensioni dei congegni nanometrici, proprio perché sono così vicine a quelle delle cellule viventi. Alcuni studi hanno mostrato che le nanoparticelle possono avere effetti tossici sugli animali, ad esempio quando vengono inalate. Ma altri studi stanno mostrando come si possono ridurre gli effetti dannosi modificando chimicamente la superficie delle nanoparticelle. Rimangono però ancora da studiare le interazioni del nanomondo artificiale con i tessuti viventi.

Ma lo stesso guru delle nanotecnologie Eric Drexler che nel suo libro Engines of creation del 1986 ipotizzava l’invasione di nanomacchine in grado di autoreplicarsi, oggi è molto più rassicurante: il nanomondo che si sta costruendo non potrà trasformarsi in un insieme di entità che si replicano in modo autonomo e che partiranno alla conquista del mondo. Le nanomacchine invaderanno la nostra vita ma lo faranno in modo pacifico.

Suggerimenti