Dossier

La sonda Deep Space 1 e le comete

L'incontro con la cometa Borrelly

L'importante appuntamento mancato con Braille non ha fatto però disperare gli scienziati. La sonda infatti è stata riprogrammata nel settembre del 1999, e dopo vari calcoli gli scienziati della Nasa hanno scoperto che la traiettoria della sonda avrebbe potuto intersecare quella della cometa Borrelly, creando quindi la possibilità di un insperato rendez-vous.

La cometa Borrelly ripresa dalla sonda Deep Space 1

Dopo la riprogrammazione del software del computer a bordo della sonda, questa veniva indirizzata verso il suo nuovo obiettivo: la cometa Borrelly, chiamata così dal nome del suo scopritore, che la identificò nel 1904.

Il 22 settembre 2001, come previsto dal programma, la sonda ha effettuato un perfetto rendez-vous con il corpo celeste e questa volta le sue apparecchiature hanno funzionato perfettamente.

Le prime immagini della cometa inviate a terra hanno mostrato un corpo di forma irregolare, che ricorda vagamente la famosa cometa di Halley, fotografata dalla sonda europea Giotto durante il suo incontro ravvicinato avvenuto nel mese di marzo del 1986.

Borrelly misura 8 km di lunghezza e 4 km di larghezza; la sonda Deep Space 1 è passata a una distanza di 2200 km dalla sua superficie alle 22:30 T.U.

La chioma della cometa Borrelly ripresa dalla sonda Deep Space 1

All'arrivo al centro di controllo delle prime immagini della Borrelly gli scienziati non hanno nascosto il loro entusiasmo. Marc Rayman, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ha dichiarato: "È veramente molto eccitante sapere di poter svelare i segreti che le comete conservano, perché con lo studio approfondito di questi corpi vaganti nel Sistema solare potremo conoscere meglio come si siano formati i pianeti."

In alcune delle immagini ad alta risoluzione riprese dalla sonda è possibile scorgere particolari di circa 45 metri e si rilevano una varietà di colori del terreno, una superficie coperta di materiale a volte chiaro e a volte scuro, avvallamenti e increspature profonde. Le prime analisi dei dati, inoltre, indicano che il nucleo della cometa non sarebbe situato al centro della chioma di gas che la circonda.

Ma naturalmente gli scienziati dovranno effettuare analisi più approfondite del fiume di dati che quel piccolo gioiello della tecnologia, la Deep Space 1, ha inviato a terra nel suo rapido passaggio vicino alla cometa Borrelly.

A conclusione della propria missione, comunque, la sonda ha registrato di sicuro un successo. Infatti il sistema di propulsione a ioni, che secondo le previsioni doveva funzionare per 200 ore, è invece rimasto in funzione qualcosa come 14000 ore!

E mentre gli scienziati lavoreranno ancora per diverso tempo alle immagini e ai dati inviati dalla sonda, nel prossimo futuro sono previste altre sonde a caccia dei misteri racchiusi nelle comete.

Infatti nel novembre 2003 la sonda Contour sorvolerà la cometa Wild 2 e nel 2006 la Schwassman-Wachmann 3. Il 4 luglio 2005 la Deep Impact effettuerà un rendez-vous con la Tempel 1 e lancerà contro il suo nucleo una piccola sonda che si conficcherà nel suolo cometario. Nel 2011 sarà la volta della missione europea Rosetta, che avrà il compito di effettuare, per la prima volta, un atterraggio morbido sulla cometa Wirtanen.

Suggerimenti