Dossier

Alla conquista del Pianeta Rosso

L'Europa all'attacco di Marte

LOgo_MarsExpress Se per la Nasa il 2003 è stato l'anno del lancio di Spirit e Opportunity sulla scia di un programma di esplorazione marziana iniziato quaranta anni fa, per l'Europa è stato l'anno del debutto: la sonda Mars Express costruita dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha iniziato a ruotare stabilmente attorno a Marte dal 25 dicembre 2003, giorno di inserzione nell'orbita del pianeta.

L'eccezionalità dell'evento è stata caratterizzata da una campagna promozionale che ha coinvolto note rock star, scultori di fama internazionale e addirittura la Ferrari.

La celebre scuderia italiana, infatti, ha donato un campione della pittura "Rosso Corsa" all'Esa a suggellare un sodalizio che vede nella ricerca di punta il suo punto d'incontro.

Il rosso Ferrari ha viaggiato su un piccolo contenitore sferico di 2 cm all'interno di Mars Express.

Alla rok band Blur invece è spettato il privilegio di comporre il segnale di chiamata della sonda progettata per sbarcare sul pianeta.

La prima missione progettata e costruita in Europa diretta verso il Pianeta Rosso è, infatti, costituita da un orbiter e un lander, chiamato Beagle 2, che dopo il distacco dalla parte orbitante, regolarmente avvenuto il 19 dicembre 2003, avrebbe dovuto raggiungere la regione Isidis Planitia e da lì inviare il segnale composto dalla band inglese.

Segnale, purtroppo mai arrivato.

Polo_Nord_Mars_Express La missione Mars Express è stata allestita per studiare e catalogare i minerali presenti sulla superficie del pianeta, per lo studio della sua atmosfera e per la ricerca di acqua nel sottosuolo.

Quest'ultimo aspetto del programma di investigazione era, ed è, quello sul quale si riversano le maggiori aspettative; per questa ragione gli strumenti della Mars Express sono stati appositamente progettati e costruiti per localizzare con la massima accuratezza possibile la presenza di permafrost e bacini sotterranei di acqua.

D'altronde uno dei grandi misteri di Marte risiede proprio nella risoluzione del quesito legato alla presenza di acqua nel sottosuolo, e alla risoluzione di questo interrogativo sono chiamati gli strumenti della sonda.

Tra questi spicca sicuramente il radar Marsis (Sub Surface Sounding Radar Altimeter), il più innovativo e importante degli strumenti a bordo della sonda che, altrimenti, porta con se i macchinari aggiornati e/o derivati della vecchia missione russa Mars 96.

Il Marsis, progettato e costruito in Italia, è un radar a bassa frequenza che per mezzo di una grande antenna lunga quaranta metri è in grado di inviare sul pianeta onde radio che, a secondo della natura del terreno che vanno a incontrare, possono venir riflesse dal suolo oppure passare in profondità.

Studiando le diverse riflessioni sarà possibile avere un quadro preciso degli strati incontrati dalle onde nel loro passaggio e identificare l'eventuale presenza di ghiaccio o acqua.

Oltre al battesimo dell'aria, l'agenzia europea era chiamata anche a quello della "terra", con l'invio sulla superficie di Marte di Beagle 2, un modulo lander adibito alla ricerca di forme di vita fossile.

Beagle2 La prima sonda lander europea, costruita interamente dagli inglesi, e l'ambizioso obiettivo per cui è stata pensata, ha investito il piccolo laboratorio di sessanta chilogrammi di peso di una grande responsabilità.

Tuttavia, agli inglesi è parso opportuno classificare la missione come successo anche se solo fosse riuscita a inviare il messaggio di chiamata, una volta raggiunta la superficie.

Non tutti, infatti, erano convinti che la missione avrebbe avuto alte probabilità di successo.

E così è andata. Beagle 2, una volta sganciata dal modulo orbitante il 19 dicembre, non ha più dato segnali di vita.

Nonostante numerosi passaggi sopra la zona adibita all'atterraggio, né la Mars Odissey né la stessa Mars Express sono riusciti a captare la melodia di chiamata composta dai Blur per il robottino Beagle 2.

Molto probabilmente la sonda si è schiantata al suolo, forse sfortunata nel trovare una zona di depressione che ha alterato le condizioni di caduta.

Sebbene il coraggioso tentativo inglese sia fallito, la missione Mars Express si è rivelata un programma di successo. Ha inviato a terra immagini di altissima qualità che mostrano chiari segni di fenomeni di erosione delle rocce e, tra i primi risultati ottenuti, ha confermato la presenza di grandi quantità di ghiaccio d'acqua al Polo Sud marziano.

Non solo, ha anche rilevato la presenza di metano (qualche parte per miliardo) nell'atmosfera del pianeta.

E' risaputo che il metano ha, solitamente, origine biologica, tuttavia può anche formarsi in seguito a processi di natura vulcanica.

Le informazioni che sta recuperando la missione europea aiuteranno gli scienziati a svelare i misteri di Marte.

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