L'astronomia al tempo di Poe
Ma che cosa dunque Poe poteva sapere dell'universo, quali erano le conoscenze nel campo della fisica e dell'astronomia alla metà dell'Ottocento?
Ricordiamo che le leggi di Newton, esposte nel suo trattato
Fu dunque un passo importante e destinato a fare scalpore quello compiuto nel 1796 da Pierre Simon de Laplace, anche se racchiuso in una semplice nota aggiuntiva alla sua
L'ipotesi di Laplace, che oggi riconosciamo essere corretta nella sua idea di base, ebbe grande risonanza e fu criticata e discussa per tutto l'Ottocento: per certi aspetti fu l'analogo della teoria del Big Bang nel Novecento. Per esempio entrambe le teorie, trattando del problema delle origini, hanno notevoli implicazioni filosofiche.
In realtà all'epoca non vi era alcuna evidenza che vi fosse gas nello spazio, requisito indispensabile per l'ipotesi di Laplace. È vero che successivamente vennero osservate delle "nebulose", ma la loro natura era rimasta sostanzialmente indeterminata, così come la loro distanza.
Le nebulose furono infatti rivelate e catalogate in maniera sistematica a cavallo fra Settecento e Ottocento dall'astronomo tedesco Wilhelm Herschel (scopritore fra l'altro del pianeta Urano), trasferitosi in Inghilterra e dedicatosi all'astronomia dopo aver esercitato il mestiere di musicista fino a trent'anni.
Neanche il grande telescopio a specchio fabbricato dallo stesso Herschel era però in grado di distinguere le stelle che compongono le galassie più vicine, e solo nella seconda metà dell'Ottocento la spettroscopia avrebbe permesso di stabilire la natura gassosa di alcune nebulose. Una nebulosa che il telescopio non riusciva a risolvere in stelle poteva dunque essere un sistema stellare molto lontano, o una nebulosa di gas molto più vicina.
Herschel, almeno inizialmente, si convinse che le nebulose fossero lontani sistemi stellari (un'idea, questa, che era già stata proposta alla metà del '700 da Thomas Wright e da Immanuel Kant), ma per i motivi che abbiamo elencato non poté raggiungere una conclusione definitiva.
Oggi sappiamo che ciò che in cielo ci appare come una "nebulosa'' può appartenere a sistemi di natura radicalmente distinta: possono essere nebulose di gas nella nostra Via Lattea, ma anche sistemi di stelle come gli ammassi globulari, che orbitano attorno al centro della Galassia, oppure sistemi stellari lontani di dimensioni paragonabili alla Via Lattea, come per esempio la nebulosa di Andromeda, che chiamiamo galassie.
In queste condizioni non fu dunque possibile la nascita dell'astronomia extragalattica, e tantomeno quella di una cosmologia scientifica. Fu invece nel campo dell'astronomia stellare e soprattutto planetaria che gli astronomi conseguirono brillanti successi: le prime misure di distanze stellari furono compiute nel 1838, e nel 1846 fu scoperto Nettuno, in seguito alle predizioni basate sui calcoli di Adams e Le Verrier.
Edgar Allan Poe, che seguiva il progresso scientifico con un occhio attento e anche critico (lo dimostrano numerosi suoi racconti), aveva un'ottima conoscenza dell'astronomia dell'epoca: in Eureka abbondano riferimenti diretti e indiretti ad osservazioni e lavori dei principali astronomi del XIX secolo.
Fra le fonti che Poe cita espressamente, ricordiamo