Dossier

Alla conquista del Pianeta Rosso

L'anno di Spirit eOpportunity

Sofi Collins è una bimba di nove anni che, con il suo sorriso e le sue lunghe trecce bionde, ha annunciato al mondo, durante una conferenza al Jpl che i due robot che sarebbero partiti per Marte durante la grande opposizione del 2003 si sarebbero chiamati come lei aveva deciso: Spirit e Opportunity.

MER Così, dopo che un concorso indetto dalla Nasa nelle scuole elementari per nominare i Mars Exploration Rover (MER) A e B aveva premiato la piccola Sofia, alla Nasa nella calda estate del 2003 erano pronti a una nuova impresa: il duplice sbarco di Spirit e Opportunity sulla rossa terra di Marte.

Sulla base dei dati raccolti dalle sonde Mars Global Surveyor e Mars Odissey, sono state selezionate due zone geologicamente interessanti per l'esplorazione da parte dei due complessi laboratori mobili.

La scelta, invero, è stata piuttosto laboriosa perché di regioni interessanti ne furono individuate più di centocinquanta, ma come per la missione Pathfinder, alla fine gli scienziati della Nasa hanno optato per due luoghi che garantissero non solo interesse scientifico ma anche una certa sicurezza per la discesa dei due robot geologi: Spirit sarebbe atterrata sul cratere di Gusev mentre ad Opportunity sarebbe toccato la regione chiamata Meridiani Planum.

Il dieci giugno 2003 è partito il rover Spirit seguito qualche giorno dopo, il dieci di agosto, dal gemello Opportunity.

Dopo un viaggio di sei mesi, il 3 gennaio 2004 la prima sonda è atterrata su Marte, la seconda il 24 dello stesso mese secondo una tecnica di arrivo simile a quella utilizzata dal Pathfinder: razzi di frenamento, paracadute e un bozzolo di airbags che racchiude e protegge il prezioso carico.

Al contrario, invece, della fortunata missione del 1996, quella del 2003 non prevedeva l'impiego di un lander: la missione era interamente affidata ai due rover esploratori.

Spirit_vs_Sojourner Per arrivare a festeggiare un duplice sbarco su Marte, alla Nasa hanno portato a termine una meticolosa fase di preparazione e controllo che ha coinvolto non solo la parte strumentale, ossia i due robot, ma anche quella umana che può contare su un team di quasi cento persone per ciascuno dei due robot.

All'interno di ciascuna squadra, si alternano alla console di controllo gruppetti di operatori che guidano Spirit e Opportunity su Marte e ne analizzano i dati durante la fase di riposo dei rover.

Per garantire la massima efficienza, i due team si sono sottoposti a intensi allenamenti per sopportare meglio fatica e stress.

Ai due robot esploratori, invece, sono toccati test di collaudo estremamente severi, necessari a collaudare l'affidabilità di tutta l'apparecchiatura in condizioni estreme.

Spirit e Opportunity sono stati così sottoposti a sbalzi di temperatura compresi tra i -200 e i + 93 gradi centigradi e sballottati violentemente all'interno di una piattaforma alla quale erano stati ancorati per simulare le delicate fasi di partenza e atterraggio sul pianeta.

E' stata prestata molta cura anche all'apparato comunicativo e di teleguida, collaudato in particolari zone della Terra che potevano presentare configurazioni, e difficoltà, simili a quelle che avrebbero potuto incontrare su Marte i due rover. Per fare questo è stato utilizzato un robot simile ai MER, chiamato Fido (Field Integrated Design and Operations) sul quale sono state sperimentate le tecniche di controllo e trasmissione.

Il risultato è stato un rover di gran lunga più sofisticato e complesso del piccolo Sojourner, che ha superato di ben tre volte la lunghezza di vita di novanta giorni stabilita dai costruttori.

Al momento della stesura di questo articolo, i rover hanno trascorso un intero anno sul pianeta, passando senza troppi patemi il rigido inverno marziano.

"Iniziano un nuovo anno e sono in ottima forma"

ha garantito Jim Erickson, sovrintendente dei della missione al Jpl di Pasadena.

Solo Spirit ha un problema a una delle sue sei ruote che, tuttavia, non gli impedisce di continuare a scorazzare per il pianeta, avendo ormai superato i tre chilometri di percorrenza totale.

Opportunity_impatto A confermare che quella dei due robot è una missione di grande spessore scientifico ha pensato la rivista Science secondo la quale la scoperta dell'anno l'avrebbero condotta proprio di due robot su Marte: la conferma che in tempi remoti Marte aveva acqua in superficie.

D'altronde i due robot sono stati inviati sul pianeta per questo.

I due luoghi scelti, il cratere Gusev per Spirit e la regione Meridiani Planum per Opportunity, hanno convinto gli scienziati che lì potevano essere trovate tracce finalmente chiare a testimonianza che un tempo Marte era differente dall'arido pianeta di oggi.

Mirtilli Opportunity ha attraversato con le sue sei ruote il fondo salato di quello che un tempo era un mare salato che, apparendo e scomparendo, ha lasciato nel corso dei millenni uno strato di materiale che ha favorito la formazione di piccole sfere ferrose di ematite grigie, chiamate dagli scienziati blueberries (mirtilli). La presenza di Jarosite, un minerale che contiene zolfo proveninente da eruzioni vulcaniche, ha certificato la natura "salata" del mare.

Spirit non è stata da meno, e aggirandosi nel cratere Gusev dalla consistenza pastosa dove le sue ruote hanno lasciato profondi solchi, ha mostrato attraverso le lenti dei suoi obiettivi strati di roccia alterata da acqua, rilevando la presenza di goethite, un ossido di ferro che si forma in presenza di acqua.

Alla Nasa festeggiano ancora non solo il successo dei due rover che, incuranti della fama raggiunta, continuano la loro avventura ma anche i quasi nove miliardi di contatti che ha fatto registrare il sito dell'agenzia spaziale più famosa del mondo, la loro.

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