Dossier

MA E' OPERA DELL’UOMO?

Il reperimento delle Rose del deserto

La ricerca e la raccolta delle rose del deserto sono ormai diventati un business legato essenzialmente al turismo. Generalmente sono i nomadi del deserto che si dedicano all'estrazione di questi cristalli. Il loro lavoro è pesante e pericoloso e, nonostante l'eccezionale bellezza del raccolto, dà spazio a ben miseri guadagni.

Il reperimento delle rose del deserto è legato a due particolari situazioni: in alcuni casi le rose si possono osservare e raccogliere direttamente sulla superficie terrestre a causa dell'azione del vento che allontana la sabbia superficiale all'interno della quale si sono formati i cristalli. Se questi non vengono raccolti, le acque meteoriche, nel tempo, provvederanno a riportare il gesso in soluzione e, quindi, allo stato originale

Altre volte gli aggregati risultano sotterrati sotto qualche metro di sabbia. Per estrarli, quindi, è necessario procedere con l'aiuto di attrezzi idonei, come palancole e pali di metallo, saggiando il terreno fino a che non si incontri un grosso aggregato cristallino in profondità. A questo punto si scava un tunnel orizzontale e, strisciando sotto uno strato di sabbia umida di potenza anche superiore al metro, si cerca di estrarre l'aggregato cristallino intatto.

Grosse quantità di rose del deserto, provenienti dal Sahara, in special modo dalla Tunisia e dal Marocco, nonché dai deserti degli Stati Uniti, vengono infine vendute, a prezzi irrisori, a società che ne curano il trasporto, la distribuzione e la commercializzazione nei paesi dell'Occidente industrializzato. Ovviamente con grossi margini di profitto.

modalità di ritrovamento delle rose del deserto

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