Dossier

L'Europa su Marte: la missione Mars Express

Il mistero dell'acqua...

La mappatura ad alta risoluzione completata dalla Mars Global Surveyor indica in modo evidente che grandi quantità di acqua, miliardi di anni fa, devono aver coperto il pianeta.

Valli, canali di scolo, bacini di sedimentazione: osservando le immagini di alcuni panorami marziani, si ha l’impressione di vedere i fondali marini della Terra completamente prosciugati. Se ci si abbandona per un attimo all’immaginazione, è facile immaginare di essere di fronte a un intero pianeta morto per disidratazione.

Il polo nord marziano ripreso dalla Mars Global Surveyor Ma questo non basta per dire che su Marte c’è stata acqua. Un altro fluido, purché tale per un tempo abbastanza lungo, avrebbe potuto forgiare la superficie del pianeta nello stesso modo. Per esempio il biossido di carbonio, di cui si osservano sia grandi quantità di ghiaccio al polo invernale di Marte sia grandi quantità sotto forma di gas. Oppure potrebbe essere stata un’atmosfera particolarmente densa che, circondando il giovane Marte, ha provocato tempeste di polvere originando un effetto simile a quello di un fondale marino.

Se anche si trattasse di formazioni scavate da acqua, non saremmo comunque in grado di capire con le informazioni attuali se le valli, per esempio, sono state scavate da acqua allo stato liquido oppure da acqua allo stato solido. Ghiaccio o liquido, insomma.

E poi Marte è un pianeta arido: se c'è stata davvero, dov'è finita quell'acqua? Evaporata, dispersa nello spazio oppure penetrata nel sottosuolo marziano, a costituire, per esempio, laghi sotterranei? E i laghi sotterranei sono ghiacciati o meno? E a quale profondità si trovano, se esistono?

Una prima risposta sembra essere arrivata dall’altra sonda statunitense in orbita intorno al pianeta: la 2001 Mars Odyssey. Ma anche in questo caso, la prova è indiretta: quando i raggi cosmici colpiscono il suolo di Marte, quest’ultimo emette raggi gamma e neutroni.Distribuzione di idrogeno sotto la superficie di Marte secondo la Mars Odyssey (2001) Misurando l’energia dei raggi gamma e dei neutroni emessi è possibile ricavare la quantità di idrogeno presente nel suolo marziano entro 1 metro di profondità. Ma la catena logica non è finita: dal punto di vista chimico è molto improbabile che nel suolo marziano l’idrogeno si trovi in forma diversa dall’acqua. E questo è sufficiente agli scienziati della NASA per affermare con una certa confidenza di aver trovato un’altra prova a favore della presenza di acqua marziana. Vogliamo chiamarlo indizio?

Uno dei compiti della sonda europea Mars Expressè proprio quello di contribuire alle ricerche internazionali per avvicinarsi alla soluzione di questo intricato giallo, nel quale gli indizi si moltiplicano ma nessuno costituisce una prova certa.

Per iniziare, a bordo della navicella dell’ESA c’è la fotocamera HRSC, che scatterà immagini del pianeta con una risoluzione di circa 10 metri. In più sarà possibile zoomare su aree più piccole, con una risoluzione di circa 2 metri. Un’analisi attenta di queste immagini dovrebbe mettere in condizioni di capire se certe strutture fotografate sono state modellate da acqua liquida oppure da ghiaccioE questo può consentire di capire se certe strutture sono state scavate da acqua o da ghiaccio.

Falda acquifera sotto la superficie di Marte Sempre dalla navicella in orbita intorno a Marte opererà il radar italiano MARSIS, forse lo strumento più importante della missione. MARSIS, costruito da un team di ricerca dell'Università La Sapienza di Roma, può scandagliare fino a 5 km sotto la superficie di Marte, per identificare eventuali laghi di acqua.

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