Il misterioso mondo di Titano
L’ora della Huygens scatterà il 25 dicembre 2004. Il traguardo certo è ambizioso: atterrare su Titano, diventando il primo veicolo spaziale a poggiarsi su un corpo celeste del Sistema Solare esterno. Ma come, ci eravamo appena abituati al trambusto creato dai “rover” NASA su Marte e la cosa si ripete ancora?! Sì, ma ne vale la pena. Perché Titano, luna gigante in mezzo al traffico del sistema di Saturno, è affascinante almeno quanto il pianeta attorno a cui ruota. Più grande di Mercurio e di Plutone, possiede un’atmosfera una volta e mezza più densa di quella terrestre, che ne fa un unicum in tutto il Sistema Solare: è il solo satellite ad avere una coltre di nuvole che ne separa la superficie dal vuoto siderale. Se orbitasse da solo intorno al Sole sarebbe sicuramente considerato un pianeta a tutti gli effetti. Proprio questa spessa atmosfera rende Titano così interessante ai nostri occhi.
La prima sonda a passare vicino al satellite fu la Voyager-1 nell’ormai lontano 1980; le immagini scattate immortalarono la cortina di nebbia arancione e gli strumenti scientifici rivelarono la presenza di un’atmosfera ricca di azoto e idrocarburi come il metano. Una decina di anni dopo, il telescopio spaziale Hubble solleticò la fantasia di molti scienziati, facendo scorgere in infrarosso un baluginio di mari e continenti; tuttavia, l’enorme distanza che ci separa da Titano non permise ulteriori indagini.
Un particolare intrigante dell’atmosfera di Titano è che la sua composizione ricorda quella della Terra primordiale. È un campo di esplorazione ideale per lo studio delle condizioni ambientali che potevano sussistere sul nostro pianeta prima della comparsa della vita. Fino a oggi, infatti, su quest’argomento si potevano sviluppare ipotesi solo con simulazioni astratte. Con Titano, invece, si avrebbe la possibilità di studiare una situazione reale insieme ai fattori che possono modificarla, come, per esempio, le reazioni chimiche innescate nell’atmosfera dai raggi ultravioletti del Sole. La ricerca spaziale potrebbe colmare così alcune lacune nelle teorie sull’origine della vita, identificando i composti chimici precursori da cui si pensa si sia creata la “zuppa” primordiale.
Ma la curiosità per Titano potrebbe straripare oltre gli argini del mondo scientifico. Alla gelida temperatura superficiale di -180 °C, anche idrocarburi come l’etano e il metano possono trovarsi allo stato liquido: una volta superate le nuvole, alla Huygens si potrebbe aprire un ineguagliabile panorama fatto di oceani e laghi di etano e metano attorno a continenti di terraferma!
Tutto ciò amplifica come un’eco la notorietà del satellite non solo tra gli scienziati, ma anche nell’immaginario collettivo, facendolo diventare meta consigliata del turismo spaziale.
Grandi aspettative, quindi, investono la missione della Huygens; tutti i dati che potrà raccogliere saranno accolti con entusiasmo.