Dossier

Piero Fogliati Poeta della luce

Il lavoro di Fogliati commentato da Valter Giuliano

Dice il saggio: “Ciò che vedi e che è, è gia stato nella tua mente”.

Di cose, nella mente di Piero Fogliati devono essercene state, e continuano ad essercene, davvero parecchie.

Sono stato nel suo studio, circondato da scatole di legno che si aprivano alla fantasia, ma soprattutto da un’atmosfera di magia gioiosa, giocosa

Il suo irrefrenabile entusiasmo infantile per la scoperta di cose che sono già state nella sua mente mi ha carpito. Ho pensato al genio di Emanuele Luzzati, di Bruno Munari…

Ecco, Fogliati appartiene a quella categoria di uomini cresciuti mantenendo tutte le curiosità e i desideri di esplorare, di conoscere, di capire, di stupirsi e di stupirci.

E perciò di inventare continuamente, per non smettere mai di stupirsi.

Di giocare, perché, in fondo cos’è la vita se non un gioco, a volte duro e faticoso, altre volte più leggero, al fondo del quale si vince o si perde nell’unica certezza che la partita è destinata a finire?

Gli artisti come Fogliati ci invitano a questo gioco intrigante insegnandoci una regola fondamentale, quella di non aver paura di guardare dentro noi stessi e fuori di noi, in una avventura che può farci conoscere anche ciò che ritenevamo fino all’attimo che precede la scoperta, l’inconoscibile.

E a divertirci di questa scoperta che può accadere ogni giorno, ogni ora , ogni minuto, ogni istante di un preziosissimo vivere che va vissuto e non solo consumato nell’attesa di sogni.

Qui, ora, adesso, sembrano dirci le opere di Fogliati, è possibile fare scoperte straordinarie, vedere cose mai viste, cogliere emozioni non programmabili nello zapping continuo delle nostre giornate.

Fogliati ci aiuta a percepire la realtà sotto molteplici punti di vista, ci offre l’occasione di attivare e mettere in gioco tutti i nostri sensi e le nostre sensibilità, per distillarne passioni, emozioni, stupori, malinconie, felicità, consapevoli che tutto dura un attimo e guai a non coglierlo.

Per imparare che vivere è in fondo un po’ saper fare collezioni di attimi, prerogativa che non possiamo lasciare solo ai clown, ma che dobbiamo saper fare nostra,

Giochiamo dunque con i fantasmi della luce o con quelli dei suoni, lasciando che i nostri occhi vedano l’impossibile, che le nostre orecchie trasformino il frastuono dei rumori cittadini nelle sinfonie distillate dalle opere di Fogliati.

In fondo è proprio questo il messaggio che ci trasmette: mettiamoci in gioco e torniamo ad essere capaci di giocare, come bambini.

Ci stupiscono le sue invenzioni, macchine utopiche che ci fanno venir voglia di vivere nelle sue città di calviniana memoria, fitte di sogni che si realizzano e di rivelazioni che si mostrano.

L’arte magica di Fogliati sta nella sua capacità di mettere in dialogo le regole della scienza con le macchine della tecnologia, per estrarne poesia e arte e con loro comunicare emozioni.

Ma ciò che è nelle opere di Fogliati è già stato nel suo pensiero.

Un pensiero e una intelligenza che la nostra città reale, affaccendata in cose più “serie”, sembra aver dimenticato.

Cerchiamo di riparare a questo torto con questa mostra che è un piccolo segno di gratitudine che la Provincia di Torino vuole offrire a un artista così singolare, cui va la riconoscenza per la poetica lieve con cui ha attraversato il Novecento e per le opere di cui oggi possiamo tutti fruire.

Il territorio a volte non è molto generoso con i suoi figli, li sottovaluta, li dimentica, è poco attento nei confronti di chi ha scelto la discrezione, l’essere anziché l’apparire.

Eppure non dovremmo mai dimenticare che valorizzare il territorio significa prima di tutto mettere in evidenza le intelligenze che lo vivono.

Piero Fogliati è sicuramente una di queste e non a caso è presente con le sue “creature” in ogni angolo del pianeta.

Proprio per questo che la Provincia di Torino, nell’ambito del progetto per uno “Science Center” torinese lo presenta in questa antologica, che vuole anche dare il senso di come la scienza e la tecnologia percorrano e incrocino così nel profondo i nostri destini, da meritare sempre maggiore attenzione.

Con l’avvertenza che si possono guardare non solo con gli occhi del tecnico ma anche con quelli dell’anima.

Valter Giuliano

Assessore alla Cultura

Provincia di Torino

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