Dossier

L'Europa nello spazio: passato presente e futuro dei razzi-vettori europei

Il cavallo di battaglia: l’Ariane 4

Ariane4: l'ultimo lancio La storia dell’Ariane 4 è racchiusa tra due date: 15 giugno 1988 – 15 febbraio 2003. In 188 mesi di operatività sono riusciti 113 lanci su 116, con un rate di successo del 97,4%. Gli ultimi 73 lanci sono stati una sequenza ininterrotta di successi.

Sembra uno spot pubblicitario, ma l’Ariane4 si è davvero guadagnato sul campo, o meglio nello spazio, il titolo di cavallo di battaglia dei lanciatori europei, con un’affidabilità dimostrata negli anni. Su questo lanciatore, l’Arianespace ha costruito la sua fortuna a livello mondiale, conquistando oltre il 50% del mercato dei lanci dei satelliti, principalmente per le telecomunicazioni, alle quali erano destinati ben 139 satelliti sui 155 carichi principali messi in orbita. Dei rimanenti, 9 satelliti erano per l’osservazione del tempo, 5 per il meteo e 2 per le scienze pure. Nel complesso, questo lanciatore ha portato in orbita qualcosa come 404,1 tonnellate di strumenti scientifici.

Dal punto di vista finanziario, se lo sviluppo dei lanciatori a partire dall’Ariane1 fino all’Ariane4 è costato 2250 milioni di euro, il giro di affari mosso dal lanciatore europeo ha portato nelle casse delle industrie e degli operatori europei il quadruplo del suo costo: ben 11250 milioni di euro.

Ariane4: le diverse configurazioni Oltre alla affidabilità, il successo dell’Ariane 4 è stato legato anche a una notevole flessibilità.

Il primo stadio dei tre che costituivano il lanciatore era alimentato da 210 tonnellate di propellente, la cui spinta poteva essere rafforzata da 2 o 4 razzi-vettori (strap-on booster) a propellente liquido o solido. Nel complesso esistevano ben 6 diverse configurazioni del lanciatore, in grado di portare in orbita di trasferimento un carico utile che andava dalle 2 tonnellate della versione “base” (la 40) fino alle 4,3 tonnellate della versione 44L. L’aumentata spinta propulsiva alla partenza, permetteva di mettere in orbita due satelliti alla volta (dual launch), risultando così in un costo di lancio ridotto per gli operatori satellitari.

Ma allora perché ritirare dal mercato un “prodotto” commerciale così potente? Nel corso dellal seconda metà degli anni ’90, la massa dei satelliti per le telecomunicazioni aveva raggiunto i 2000-2500 kg. Era sempre più spesso necessario rinunciare ai lanci “a coppia”, e tornare a mettere in orbita un satellite alla volta, con costi che per gli operatori iniziavano ad essere proibitivi. Negli stessi anni, inoltre, si registrava la tendenza a produrre satelliti che superavano le stesse capacità di lancio degli Ariane 4, di fatto escludendoli dal mercato stesso.

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