Identificazione di fibre animali tramite immunoreazione
La qualità merceologica delle lane rientra tra le caratteristiche che contraddistinguono il cosiddetto made in Italy nel comparto dell’abbigliamento e va perciò salvaguardata. Con questo scopo l’ISMAC ha eseguito una ricerca per mettere a punto una metodologia innovativa in grado di identificare le fibre provenienti da differenti specie animali, particolarmente studiata per il riconoscimento della pregiata fibra kashmir, ricavata dal sottopelo di una razza di capre da pelo di origine asiatica, di cui l'Italia è primo paese trasformatore al mondo, nei suoi centri tessili lanieri di Biella e Prato.
Al momento attuale l’analisi delle miste di lana con altre fibre animali, come il kashmir, è eseguita in laboratori specializzati, dove le fibre vengono identificate sulla base delle loro caratteristiche morfologiche mediante microscopia ottica o microscopia elettronica a scansione. Si tratta di un lavoro difficile perché molto spesso le differenze morfologiche tra le fibre di diversa origine sono minime e difficilmente apprezzabili: il diametro, la lunghezza, la forma e le dimensioni delle cellule cuticolari (che, come delle scaglie microscopiche formano la parte esterna del pelo di lana), oltre alla presenza e alla forma di pigmenti, molte volte sono di difficile interpretazione. Bisogna anche considerare che alcuni processi chimici e meccanici di lavorazione impartiscono alle fibre modificazioni talmente consistenti da rendere l’identificazione molto problematica. Il corretto riconoscimento delle singole fibre presenti in un materiale tessile dipende allora, per gran parte, dall’esperienza dell’operatore; ne è scaturita perciò l’idea di sviluppare un metodo di identificazione alternativo, al fine di migliorare l’obiettività e la riproducibilità dei risultati.
La ricerca svolta ha avuto per oggetto la messa a punto di una nuova metodologia analitica oggettiva, che sfrutta la possibilità di utilizzare tecniche immunologiche in quanto esiste una grande differenza nell’immunoreazione di anticorpi specifici con le cheratine del kashmir o della lana. La tecnica adottata è basata sulla produzione e l’utilizzo di anticorpi monoclonali, ottenuti a partire da topi, in grado di riconoscere sequenze specie-specifiche nella struttura primaria della cheratina, la proteina principale costituente dello strato corneo (cuticola) dei peli lanosi, per identificare le fibre provenienti da differenti specie animali.
Dalla ricerca, finanziata dal CCMI - Camel Cashmere and Camel Hair Manufacturers Institute - e dalla Regione Piemonte, è scaturito un brevetto che, oltre alle immediate applicazioni pratiche di tipo commerciale, ha portato a sviluppare numerose iniziative, tra cui un contratto per la produzione degli anticorpi specifici, il trasferimento di Know How tecnico scientifico di personale ISMAC presso l'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova; la messa a punto di nuove metodiche di laboratorio; lo studio delle rese proteiche di lana, kashmir e yak.
Per approfondimenti
Fibre tessili animali http://www.lammatest.rete.toscana.it/lammatest/hbin/fibrenaturali-animali.php