Genetica e suscettibilità ai tumori indotti dal fumo
Sono in corso molti studi che cercano di individuare delle differenze genetiche tra diversi individui che riflettano una differente suscettibilità a sviluppare tumori in seguito all’esposizione a sostanze cancerogene.
La scoperta di questi geni ha un risvolto molto importante: individuati quelli che proteggono si potrebbe potenziarne l’azione in quei soggetti in cui sono carenti.
Esistono diversi geni candidati che potrebbero essere coinvolti, tra cui due chiamati GSTM1 e GSTT1. Si tratta di geni che producono degli enzimi in grado di detossificare le cellule da sostanze cancerogene derivanti dal fumo di sigarette.
Il meccanismo di azione è in parte noto: si tratta di geni appartenenti ad una famiglia genetica molto particolare, quella che produce delle proteine con azione antiossidante, denominate glutatione-s-transferasi. Queste proteine legano alle sostanze tossiche una molecola chiamata glutatione che le rende innocue e solubili.
In pratica, questi enzimi trasformano chimicamente le sostanze tossiche in modo che siano solubili in acqua e vengano velocemente escrete all’esterno del nostro corpo.
Molti individui possiedono forme non funzionali di questi enzimi e questi soggetti sono più facilmente esposti allo sviluppo di tumori della bocca, della gola e della laringe (raggruppati spesso nel termine più generale di carcinoma a cellule squamose della testa e del collo).
Secondo uno studio epidemiologico di popolazione effettuato in Europa, il gene GSMT1 è inattivo (inattivo vuol dire maggior rischio) nel 46% dei francesi, 53% degli italiani, 44% degli ungheresi, 50% degli sloveni, 40% dei finlandesi. Un altro gene che svolge una funzione analoga è il GSMTT1, non funzionale nel 21% degli italiani.