Dossier

Il fumo di sigaretta

Genetica e suscettibilità ai tumori indotti dal fumo

Sono in corso molti studi che cercano di individuare delle differenze genetiche tra diversi individui che riflettano una differente suscettibilità a sviluppare tumori in seguito all’esposizione a sostanze cancerogene.

La scoperta di questi geni ha un risvolto molto importante: individuati quelli che proteggono si potrebbe potenziarne l’azione in quei soggetti in cui sono carenti.

Esistono diversi geni candidati che potrebbero essere coinvolti, tra cui due chiamati GSTM1 e GSTT1. Si tratta di geni che producono degli enzimi in grado di detossificare le cellule da sostanze cancerogene derivanti dal fumo di sigarette.

'Smoker career' di T. Regge (2001)

Il meccanismo di azione è in parte noto: si tratta di geni appartenenti ad una famiglia genetica molto particolare, quella che produce delle proteine con azione antiossidante, denominate glutatione-s-transferasi. Queste proteine legano alle sostanze tossiche una molecola chiamata glutatione che le rende innocue e solubili.

In pratica, questi enzimi trasformano chimicamente le sostanze tossiche in modo che siano solubili in acqua e vengano velocemente escrete all’esterno del nostro corpo.

Molti individui possiedono forme non funzionali di questi enzimi e questi soggetti sono più facilmente esposti allo sviluppo di tumori della bocca, della gola e della laringe (raggruppati spesso nel termine più generale di carcinoma a cellule squamose della testa e del collo).

Secondo uno studio epidemiologico di popolazione effettuato in Europa, il gene GSMT1 è inattivo (inattivo vuol dire maggior rischio) nel 46% dei francesi, 53% degli italiani, 44% degli ungheresi, 50% degli sloveni, 40% dei finlandesi. Un altro gene che svolge una funzione analoga è il GSMTT1, non funzionale nel 21% degli italiani.

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