Dossier

Piero Fogliati Poeta della luce

Fotostruttura - 1968, 1970

Mostra Fogliati Fotostruttura 2

Le prime due versioni della Fotostruttura presentano un disco di alluminio bianco (diametro circa 20 cm) posto orizzontalmente e collegato ad una struttura meccanica che lo mette in oscillazione sulla propria verticale per una corsa pari a circa 10 cm.

La velocità di oscillazione è alta in modo da non permettere alla vista di seguirne il movimento alternato; si creerà così la visione di un cilindro trasparente (base 20cm, altezza 10cm). Un’immagine luminosa è proiettata su tale schermo oscillante; questo la riflette in ogni punto dello spazio coperto dal suo movimento verticale alternato. Ed è proprio in questo modo che l’immagine viene sviluppata tridimensionalmente all’interno di questo cilindro trasparente ed immateriale dando luogo ad una scultura di luce tridimensionale sospesa nel vuoto (la Fotostruttura).

La terza versione della Fotostruttura si differenzia dalle due precedenti in quanto il disco bianco, sul quale viene proiettata la forma luminosa, è sospeso orizzontalmente tramite un filo di acciaio ad una altezza di circa due metri da terra. Una struttura posta sul pavimento contiene al suo interno il proiettore luminoso e il meccanismo che mette in oscillazione il disco sulla propria verticale.

La differenza tra le diverse versioni è data dal tipo di forma luminosa ottenuta, ma le immagini sono sempre proiettate a due dimensioni mentre la tridimensionalità viene realizzata esclusivamente per mezzo dell’oscillazione del disco bianco.

Con quest’opera Fogliati dimostra veramente l’utilizzo radicale dell’energia luminosa non usata per illuminare semplicemente un ambiente o un oggetto ma utilizzata nella propria essenza e “consistenza” allo scopo di creare vere sculture di pura luce.

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