Dossier

Alla conquista del Pianeta Rosso

Fallimenti a Stelle e Striscie

Dopo il grande successo del MGS e il fiasco russo, anche alla Nasa avrebbero fatto i conti con un serie di imbarazzanti fallimenti.

Mars Polar Lander Nel dicembre del 1998, la Nasa lanciò il Mars Climate Observer, il primo satellite prettamente meteorologico progettato per orbitare stabilmente attorno a un pianeta. La sonda avrebbe dovuto lavorare in coppia con un'altra che sarebbe stata lanciata nel gennaio dell'anno successivo, la Mars Polar Lander.

Scopo di quest'ultima missione era quello di far sbarcare un lander in prossimità del polo settentrionale di Marte per studiare la composizione del ghiaccio marziano.

Al contrario del Patfinder la sonda avrebbe utilizzato un sistema di frenamento del tipo utilizzato sui Viking in modo da poter atterrare sui suoi supporti. Per il resto utilizzava tecnologie molto simili alla navetta Pathfinder.

Il lander del 1999 aveva però anche un altro compito. A sostegno della missione sui ghiacci, al Jpl progettarono un secondo programma di studio, il Deep Space 2. Prima dell'atterraggio il lander, infatti, avrebbe rilasciato in caduta libera due palloni di piccole dimensioni, all'interno dei quali si trovavano due microsonde perforatrici che avrebbe dovuto eseguire una trivellazione del suolo marziano fino a una profondità di circa due metri.

Nessuno dei tre programmi ha avuto esito positivo. Anzi, il fallimento rasentò il ridicolo.

Il Climate Observer andatò bruciato nell'atmosfera marziana a causa di un incredibile errore: mentre la società costruttrice della sonda aveva utilizzato il sistema metrico anglosassone, alla Nasa continuarono a utilizzare il Sistema Internazionale; al momento di leggere la spinta dei razzi per l'immissione in orbita invece di "libbre", come avevano fatto alla Lockheed Martin, furono letti "newton", con il risultato che al momento di dare la spinta alla sonda per l'inserimento nella giusta orbita, fu inserito un valore completamente sballato dirottando il Climate Orbiter su una orbita suicida.

Per quello che riguarda la Polar Lander, la sonda si comportò bene per tutto il viaggio; purtroppo al momento cruciale, ossia al ripristino delle comunicazioni, la sonda non riuscì a inviare alcuna comunicazione. Con essa andò perduta anche la missione Deep Space con le due sonde perforatrici.

Poiché è improbabile pensare che vi siano stati tre guasti indipendenti, alla Nasa ritennero che alla base di tutto poteva esserci stato un problema prima della fase di distacco, strettamente legato sul motore che doveva rallentare la sonda durante l'ingresso in orbita. Un motore di nuova concezione, mai utilizzato prima, ma sulla cui affidabilità non tutti avevano messo la mano sul fuoco. L'assenza di telemetria in fase di discesa, scelta voluta per risparmiare soldi, non permise di chiarire esattamente quello che realmente accadde durante quei frangenti. La commissione d'inchiesta ritenne, tuttavia, che alla base di tutto vi furono banali errori nei sistemi di navigazione e comunicazione dovute a risorse economiche modeste.

Una cosa di certo gli americani la capirono da queste missioni: la strada delle missioni a basso costo era giunta al capolinea e non si poteva andare oltre; occorreva rivedere i programmi futuri.

Nozomi Accanto alle imprese russo-statunitensi, si avventurò per la prima volta nella corsa al pianeta rosso anche l'agenzia spaziale giapponese con la sonda Nozomi, "speranza".

Nome che non poteva essere più sfortunato. Programmata per arrivare sul pianeta nel dicembre del 1999 fu una missione nata male fin dalle prime battute. Durante la fase di abbandono dell'orbita terrestre, un guasto al sistema di propulsione alla navetta spinse la navetta fuori dall'orbita giusta. Per compensare l'errore è stato necessario utilizzare pesantemente i motori intaccando le riserve di carburante.

A causa di ciò l'arrivo sul pianeta venne ritardato di ben 4 anni, il tempo necessario alla sonda di ritornare in prossimità della Terra per sfruttarne la spinta gravitazionale e indirizzarla nuovamente verso l'obiettivo.

Purtroppo, durante questa fase del volo, Nozomi è stata bombardata da una violenta tempesta solare che ha causato la perdita di comunicazioni con la navetta e un drastico abbassamento della corrente elettrica di bordo.

Il 9 dicembre 2003, visti gli inutili tentativi di riprendere il controllo della sonda, la Jaxa, l'agenzia spaziale giapponese ha deciso di sospendere definitivamente la missione.

Per evitare che la sonda precipitasse sul suolo di Marte, contaminandolo, poiché come modulo orbitale non era stato sterilizzato, è stato impartito l'ordine di accensione del propulsore per farle evitare la rotta di collisione con il pianeta.

Tuttavia, non avendo avuto modo di comunicare con la sonda, nessuno sa con certezza se la sonda si sia schiantata al suolo oppure no.

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