Esperienze in Europa
La politica agricola comune sancisce l’importanza delle fonti rinnovabili e ne regolamenta la produzione attraverso la Direttiva n.2001/77/CE , che è stata recepita dalla Stato italiano con il Dlgs. n. 387 del 2003. Il decreto fissa per i prossimi anni quote crescenti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, tali da arrivare a coprire, nel 2010, il 22,5 per cento del fabbisogno interno di elettricità, corrispondente a 70 TW/h.
Come logica conseguenza ai suoi indirizzi politici in materia, l’Europa sostiene progetti per l’uso di fonti rinnovabili perché le considera uno strumento importante per combattere i cambiamenti climatici, per integrare e diversificare l’attuale offerta energetica, per incentivare nuove forme di occupazione soprattutto nel settore agricolo. Oltre agli aiuti finanziari agli agricoltori che coltivano colture energetiche e incentivi a chi produce biomasse forestali, la Comunità offre cospicui finanziamenti per promuovere lo sviluppo delle cosiddette filiere “corte”, che comprendono la produzione primaria di biomasse agro-forestali , la trasformazione in energia nel medesimo sito, l’utilizzo locale dell’energia prodotta e la vendita delle quote che eccedono l’autoconsumo.
Nell’ambito della ricerca
I progetti sperimentali condotti nelle tre regioni hanno dimostrato come siano raggiungibili risultati economicamente interessanti solo se si stabilisce una elevata integrazione tra i diversi attori della filiera e, al momento, se le iniziative godono del sostegno di incentivi pubblici rilevanti.
A livello piemontese, è da sottolineare come la proposta di Programma di Sviluppo Rurale
Per approfondimenti:http://ec.europa.eu/energy/res/index_en.htm
Per approfondimenti sulla ricerca: http://ec.europa.eu/agriculture/eval/reports/bio_energy/index_en.htm