Dossier

CETAD, Centro di Eccellenza sulle Tecnologie per Anziani e Disabili

Curiosando tra le attività…

La domotica al servizio dell’autonomia

Il termine domotica nasce dall’incontro tra domus, casa, e informatica.

In generale indica quell’insieme di tecnologie basate su sistemi di automazione che aiutano a rendere le case più sicure, comode, confortevoli e accessibili.

Un esempio di applicazione domotica può essere un sistema d’allarme controllabile a distanza e capace di avvertire il proprietario, ovunque si trovi, in caso di intrusione.

La cucina della casa-pilota del CETAD Un apparecchio domotico è l’aspirapolvere automatico che per non disturbare inizia a lavorare quando i suoi sensori gli dicono che non c’è nessuno in casa, ha un cervello elettronico con cui impara a riconoscere le zone della casa e gli ostacoli da evitare, e infine quando ha terminato il lavoro ritorna docilmente alla sua base per ricaricarsi.

E non mancano gli inguaribili tecnofili che vagheggiano una "casa intelligente" in cui ogni oggetto comunica con tutti gli altri: così la sveglia, due minuti dopo aver suonato, può far accendere la caldaietta a gas per la doccia; e questa dopo cinque minuti avverte il forno a microonde, che si avvia per riscaldare il latte per la colazione…

Il CETAD guarda invece alla domotica dalla prospettiva di chi, a causa dell'età avanzata o di una disabilità, può trovare complicate attività della vita quotidiana come andare ad aprire la porta, curare la propria igiene personale o cucinare, e per le stesse ragioni ha l’esigenza di svolgere il più possibile a casa le attività di lavoro e di relazione sociale.

Uno degli obiettivi del CETAD è identificare le tecnologie che possono rendere tutte le parti della casa più facilmente accessibili, semplificando le attività quotidiane e così migliorando la qualità della vita di chi ha difficoltà a spostarsi.

L’interno della casa-pilota del CETAD Al centro del padiglione che ospita il CETAD nell’EnviPark di Torino c’è proprio una piccola casa-pilota in esposizione permanente, che rappresenta un prototipo di disposizione di spazi e di soluzioni domotiche adatte a facilitare l’autonomia e l’indipendenza di anziani e disabili.

All’ingresso, con un’unica azione su un telecomando, la porta si apre da sola, la luce interna si accende e si sollevano le tapparelle.

Anche all’interno le luci, le porte e le finestre sono azionabili mediante il telecomando.

Nella cucina tutti gli elettrodomestici, disposti in modo da essere facilmente accessibili anche da una carrozzina, sono collegati tra loro tramite una rete informatica.

La centralina di controllo della domotica nell’appartamento-pilota del CETAD Il tutto è controllato da una piccola centralina di gestione, con la quale si può comunicare attraverso un personal computer che simula l’intero ambiente, oppure mediante telecomandi per chi è confinato a letto.

La stanza da letto e il bagno presentano varie soluzioni ergonomiche per eliminare le barriere architettoniche.

Un appartamento-pilota come questo è un utile laboratorio perché permette alle persone con bisogni speciali, e agli operatori del settore, di provare le soluzioni più adatte alla loro particolare realtà abitativa e sociale.

Alla realizzazione della casa-pilota partecipano la Fondazione Don Carlo Gnocchi, per la parte di ausili e riabilitazione, l’Istituto Superiore Mario Boella, per la parte di informatica applicata alla domotica, il Politecnico di Torino per la biomeccanica e la sensoristica.

Nello stesso spirito il CETAD partecipa anche a progetti e studi di fattibilità per sistemi di monitoraggio a distanza e telemedicina, per valutare e sperimentare le possibili applicazioni delle nuove tecnologie in particolare nell’assistenza domiciliare agli anziani.

L’accesso al mondo del lavoro

Molte persone disabili desiderano lavorare e sono in grado di farlo in modo efficace e produttivo, se trovano le opportune condizioni logistiche e un aiuto per inserirsi nel mondo del lavoro.

Tra le principali attività di CETAD ci sono la progettazione e la gestione di interventi innovativi per il reinserimento professionale di disabili, in collaborazione con INAIL e con il servizio Passepartout del Comune di Torino.

La modalità operativa adottata dal CETAD per l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro L’idea-chiave è quella dell’inserimento mirato: realizzare cioè interventi che vadano incontro alle esigenze specifiche dei disabili e delle aziende, valutando caso per caso insieme ai soggetti interessati le azioni più efficaci per inserire il lavoratore giusto al posto giusto.

Al disabile si offre un servizio di orientamento e si propone un percorso formativo su misura, che potenzia le capacità lavorative sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare attraverso la certificazione delle competenze informatiche nel campo dell’office automation.

Alle aziende, per lo più piccole o medie imprese piemontesi, si forniscono consulenze sulle concrete opportunità di effettuare collocamenti mirati di successo, per esempio con un servizio d'informazione sui contributi INAIL per l'abbattimento delle barriere architettoniche o con l’assistenza tecnica per l’accesso ai finanziamenti agevolati legati all’inserimento del disabile.

Il pacchetto di servizi comprende anche l’accompagnamento del disabile in azienda, il tutoraggio dell’inserimento e la partecipazione alla valutazione dei risultati.

I primi progetti-pilota in questo campo hanno già coinvolto parecchie decine di invalidi e disabili del lavoro, e più di due terzi delle persone prese in carico da CETAD sono state collocate con successo.

La formazione informatica

Molti disabili che non sarebbero in grado di svolgere attività manuali di tipo tradizionale possono invece lavorare con competenza ed efficienza in mansioni basate sull’informatica, purché abbiano a disposizione opportuni accorgimenti o ausili tecnici.

Una tastiera da computer per chi ha problemi di sensibilità tattile fine La condizione di disabilità può corrispondere a un’amplissima varietà di stati funzionali e di bisogni. Per questa ragione non esistono soluzioni standard, neppure per una data patologia, e gli ausili tecnici devono sempre essere personalizzati e costruiti a misura del singolo soggetto.

Il laboratorio del CETAD dedicato alla formazione informatica dispone di attrezzature che vanno incontro a una grande varietà di menomazioni e sono spesso ad alto costo, perciò sarebbero difficilmente alla portata delle singole famiglie.

I computer sono collocati su tavoli accessibili da diversi tipi di carrozzine, con meccanismi di puntamento e di input che sono il risultato di studi ergonometrici mirati alle diverse necessità.

Tastiere e puntatori speciali che aiutano i disabili a usare il computer Oltre alle tastiere wireless utilizzabili dal letto, ci sono per esempio tastiere con grandi aree colorate, destinate a chi ha difficoltà cognitive, oppure con maschere progettate ad hoc per chi ha problemi di sensibilità tattile fine.

Per chi non ha l’uso delle mani c’è una speciale trackball azionabile anche da piede, oppure un mouse azionabile con la testa progettato per i tetraplegici.

Per i non vedenti ci sono tastiere in Braille e sistemi di lettura automatica basati su software di sintesi vocale come Loquendo, oppure sul sollevamento in rilevo di lettere a 8 puntini mediante un meccanismo piezoelettrico.

Il CETAD partecipa inoltre alle ricerche e alle valutazioni sull’usabilità dei programmi per computer e dei siti web, e ove necessario commissiona lo sviluppo di speciali modalità di interazione con le applicazioni software per venire incontro a bisogni specifici.

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