Dossier

Fondazione per le biotecnologie di Torino

Curiosando tra le attività…

La formazione avanzata

Le attività di formazione avanzata della Fondazione si articolano in tre settori: seminari e corsi di aggiornamento, scuole e corsi di master, convegni e congressi.

I corsi di aggiornamento, che godono generalmente dell’accreditamento ECM del Ministero della Salute, si svolgono su una o due giornate, trattano temi come la trasfusione sicura, l’evoluzione della citogenetica, le sindromi da iperaccrescimento (aperto anche ai genitori dei bambini disabili), l’HPV (Human Papilloma Virus) o le biotecnologie per i vegetali (con particolare riguardo alle malattie virali e fitoplasmatiche del pomodoro e della vite).

Il corso di Master in bioinformatica Il corso di Master di primo livello in bioinformatica dell’Università di Torino è attivo da parecchi anni, così come le Scuole di bioinformatica, di risonanza magnetica nucleare e di proteomica.

Tra i convegni del 2006, la nona conferenza CNB radunerà a Torino tutti i corsi di laurea italiani dedicati alle biotecnologie.

I seminari e le scuole si rivolgono non soltanto a laureati e dottorandi dei corsi di laurea di scienze, medicina, biotecnologie e farmacia, ma anche a medici, ricercatori universitari e tecnici di aziende private o di enti pubblici.

Sono spesso a numero chiuso e non superano i 20 studenti per corso, così che i tutor possano seguire individualmente ciascun corsista.

I docenti sono ricercatori universitari o esperti che lavorano in aziende del settore.

Alcune scuole hanno respiro internazionale e sono tenute in inglese, con la partecipazione di numerosi corsisti stranieri.

Spesso le scuole si svolgono presso centri di ricerca (dipartimenti universitari, laboratori del CNR o il Bioindustry Park del Canavese) che dispongono della strumentazione indispensabile per i moduli pratici dei corsi.

Oltre a fungere da promozione e stimolo per la ricerca, le scuole di formazione avanzata organizzate dalla Fondazione hanno il merito di favorire l’interazione e lo scambio di informazioni ed esperienze tra le industrie del settore, che non sono molte, attraverso il contatto diretto tra i partecipanti ai corsi.

Le biotecnologie e la sicurezza alimentare

Nei primi anni dello sviluppo delle biotecnologie l’enfasi è stata quasi unicamente sulle applicazioni nel campo della salute.

Oggi c’è grande espansione anche nel settore agro-alimentare, in particolare con lo sviluppo di nuovi metodi per garantire la sicurezza degli alimenti, a tutela del consumatore.

La Scuola di sicurezza alimentare Ciò si riflette anche in una nuova iniziativa della Fondazione per le biotecnologie: la prima edizione della Scuola di sicurezza alimentare, che si svolgerà tra marzo e novembre 2006, per un totale di oltre 400 ore di aggiornamento professionale.

Le aree trattate dalla scuola sono l’igiene alimentare (con moduli dedicati alla legislazione comunitaria e alle tecniche per individuare i contaminanti presenti negli alimenti), la gestione per la qualità nelle aziende agroalimentari (con approfondimenti su OGM, allergeni e tracciabilità) e le attività di ispezione, controllo e vigilanza negli stabilimenti alimentari.

Le iniziative per il grande pubblico

A fianco dell’attività di formazione, la Fondazione con il passare del tempo dedica risorse crescenti anche a soddisfare le richieste di informazione che provengono dall’opinione pubblica e dalla scuola, su scala sia locale sia nazionale.

Il pubblico raggiunto dalla Fondazione per le biotecnologie L’interesse della Fondazione per la comunicazione scientifica destinata ai non specialisti è stato catalizzato dal progetto di creazione di uno science center torinese, destinato ad avere tra i propri temi portanti proprio le biotecnologie.

Nell’attesa che il progetto si concretizzi la Fondazione non è rimasta con le mani in mano, e oggi è diventata una delle realtà più dinamiche in Italia.

A partire dal 2001 è attivo un progetto didattico per le scuole superiori, il Life Learning Center realizzato in collaborazione con la Provincia di Torino, che porta le classi in laboratorio e dà ai ragazzi l’occasione di imparare, per esempio, come si estrae il DNA o come si procede per creare un nuovo farmaco biotech.

Insegnare le biotecnologie nelle scuole L’approccio adottato è del tipo hands-on, cioè prevede sempre attività sperimentali. Queste sono guidate da giovani tutor, di norma studenti universitari che hanno così un’occasione per lavorare e fare esperienza nella didattica e nella divulgazione, e non di rado scelgono poi di occuparsi professionalmente di comunicazione scientifica.

Numerose iniziative sono state realizzate per le settimane della cultura scientifica, per il festival della scienza di Genova e per la Città della scienza di Napoli.

Nell’autunno 2005, in occasione della manifestazione Porte aperte all’innovazione, il Life Learning Center di Torino ha organizzato percorsi divulgativi dedicati allo studio della struttura delle proteine e all’analisi degli allergeni nei prodotti alimentari, e ha gestito in piazza Livio Bianco uno stand realizzato in collaborazione con l’Università di Torino e il Bioindustry Park.

Ricostruiamo il DiNosAuro Un buon esempio di attività divulgativa che coinvolge attivamente gli studenti è Ricostruiamo il DiNosAuro, creata nel novembre 2005 per l’IDIS di Napoli e replicata a Torino nel marzo 2006.

Nell’aula multimediale della Fondazione si simula il lavoro dei biologi molecolari che hanno ricostruito e studiato in laboratorio la proteina di un dinosauro coinvolta nel funzionamento della visione.

I partecipanti sperimentano in prima persona l'analisi delle sequenze di Dna con le tecniche della bioinformatica, che come una macchina del tempo consente di ripercorrere a ritroso l’evoluzione delle specie.

La formazione a distanza

Negli anni scorsi il Ministero della Salute pareva fortemente interessato a incentivare l’uso delle nuove tecniche di formazione a distanza tramite Internet.

Sebbene questo interesse appaia oggi scemato, la Fondazione ha raccolto la sfida realizzando il primo corso di base sulle biotecnologie italiano in e-learning, che sarà attivato in via sperimentale nel giugno 2006.

Formazione a distanza sulle biotecnologie I contenuti dei corsi di tipo tradizionale sono stati adattati per il nuovo tipo di comunicazione online, producendo materiali video e audio e introducendo attività ed esercizi di tipo interattivo.

Chi dispone di un collegamento a Internet in banda larga potrà seguire il corso scegliendo liberamente dove e quando studiare.

I materiali del corso saranno disponibili online per una durata limitata a un mese, al fine di evitare un’eccessiva dispersione nello studio.

I corsisti avranno a disposizione tutor che seguiranno i loro progressi e con i quali potranno comunicare via e-mail, e un forum tramite cui potranno condividere gli elaborati e lo studio di casi.

Il corso erogato in rete conterrà circa 16 ore di lezioni; altrettante ore andranno dedicate all’elaborazione. Alla fine i corsisti svolgeranno presso la sede della Fondazione per un’attività pratica di laboratorio che costituirà la verifica finale dell’apprendimento.

La sperimentazione della formazione a distanza fa parte di un progetto organico di comunicazione assai ambizioso, che a medio termine potrebbe generare attività editoriali come la pubblicazione di libri e riviste e la realizzazione di giochi di ruolo, di documentari e di un telegiornale scientifico online.

Le biotecnologie e i beni culturali

Il gruppo italiano dell’International Institute for Conservation Una delle applicazioni emergenti delle biotecnologie sta nello sviluppo di nuove tecniche di biorisanamento per la protezione e salvaguardia di opere d’arte.

I biotecnologi possono contribuire alla diagnostica, con l’acquisizione di dati microbiologici che caratterizzano lo stato di conservazione, e alla rimozione delle cause di degrado che hanno origine biologica.

Ma si stanno sviluppando anche tecniche volte al consolidamento delle opere d’arte, in stretto legame con le ricerche sulle nanotecnologie, con la creazione di materiali speciali capaci di veicolare molecole di origine biologica.

Per queste ragioni la Fondazione per le biotecnologie si è fatta promotrice della creazione dell’IGIIC, il gruppo italiano dell’Istituto internazionale per la conservazione con sede a Londra.

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