Dossier

L'Ictus: cosa è e come si cura. Nuove prospettive terapeutiche

Definizione di Ictus

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ictus è l'improvvisa comparsa di segni e sintomi riferibili ad un deficit delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a mancanza di irrorazione del sangue in alcune parti del cervello. In linea di principio è simile all'infarto per il cuore. L'ictus è una emergenza medica (“attacco cerebrale”) e deve essere prontamente diagnosticato e trattato in un ospedale per l’elevato rischio di disabilità e di morte che esso comporta. La definizione di ictus comprende, sulla base dei dati morfologici, l'ictus ischemico, più frequente, l'ictus emorragico, nel 15% dei casi.

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Ictus ischemico

È una condizione caratterizzata dall’ occlusione di un vaso (ischemia) a causa di una trombosi o di un’embolia o, meno frequentemente, da un’improvvisa e grave riduzione della pressione del sangue.

Ictus emorragico (emorragia intracerebrale primaria)

È una condizione determinata dalla presenza di un’emorragia intracerebrale non traumatica.

Attacco ischemico transitorio (TIA)

Il TIA si differenzia dall’ictus per la durata, nel TIA inferiore alle 24 ore, di solito pochi minuti.

Ogni anno si verificano in Italia (dati sulla popolazione del 2001) circa 196.000 ictus, di cui circa il 20% è costituito da recidive (al secondo evento) (39.000). L’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (cancro), causando il 10%-12% di tutti i decessi per anno, rappresenta la principale causa d’invalidità e la seconda causa di demenza. L’incidenza dell’ictus aumenta progressivamente con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantacinquenni. Il 75% degli ictus, quindi, colpisce i soggetti di oltre 65 anni. Il tasso di prevalenza di ictus nella popolazione anziana (età 65-84 anni) italiana è pari al 6,5%, ed è leggermente più alto negli uomini (7,4%) rispetto alle donne (5,9%). Si calcola che l’evoluzione demografica, caratterizzata da un sensibile invecchiamento, porterà in Italia - se l’incidenza dovesse rimanere costante - ad un aumento dei casi di ictus nel prossimo futuro. L’ictus colpisce, sia pure in misura minore, anche persone giovani e si stima che ogni anno il numero di persone in età produttiva (%3C65 anni) colpite da ictus sia intorno a 27.000. L’ictus ischemico rappresenta la forma più frequente di ictus (80% circa), mentre le emorragie intraparenchimali riguardano il 15%-20% e le emorragie subaracnoidee il 3% circa. L’ictus ischemico colpisce soggetti di età media superiore a 70 anni, più spesso uomini che donne; quello emorragico colpisce soggetti leggermente meno anziani, sempre con lieve prevalenza per il sesso maschile. Ad 1 anno dall’evento acuto, un terzo circa dei soggetti sopravvissuti ad un ictus indipendentemente dal fatto che sia ischemico o emorragico presenta un grado di disabilità elevato, tanto da poterli definire totalmente dipendenti.

(fonte wikipedia)

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