Dossier

La bricolarte di Tullio Regge

Computer e creatività

Si tratta di un'attività che mi diverte sommamente, e giudico questo fatto una ragione sufficiente per tirare avanti. Non la chiamerei arte, bensì hobby, o, volendo, bricolarte. Ho sempre desiderato produrre immagini per comunicare con gli altri, e in questo sono sempre stato frustrato dalla mia incapacità di tenere in mano una matita o un pennello: da studente sono scappato via dal Politecnico di Torino peché mi costringevano a disegnare, una attività che rispetto ma che mi trova inadeguato. Per me è impresa penosa se non impossibile il disegnare a mano un prisma o un cubo, e invece è facilissimo dare le coordinate cartesiane e trarre un'immagine usando un calcolatore.

Buco nero di T. Regge (1995)

Mi rendo perfettamente conto del fatto che un vero artista non sa che farsene dei miei numeri,e trae invece diletto dal cogliere direttamente e con pochi tratti i punti essenziali dell'immagine. Il computer mi evita la sofferenza manuale del disegno e mi lascia libero di concentrarmi sugli aspetti matematici, formali ed estetici dell'immagine. È un fatto noto che le strutture che hanno un profondo senso geometrico sono anche esteticamente splendide.

Vento di orologi di T. Regge (1999)

Alcuni anni or sono, un noto e bravissimo pittore si scagliò contro l'uso del calcolatore, mettendo in guardia contro la minaccia che esso rappresentava per la libertà espressiva. In realtà il calcolatore è e deve rimanere uno strumento atto a eliminare le fatiche inutili e le attività ripetitive e non creative dell'uomo; esso rappresenta una minaccia solamente se ci si lascia prendere la mano e se si tenta di imporlo a chi non ne ha bisogno. In questo non minaccia la creatività più di quanto non faccia una macchina fotografica o l'uso di acrilici. La fotografia non ha certamente ucciso la pittura, semmai ha ridicolizzato o ha reso inutili forme marginali di realismo oleografico, prive di contenuto.

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