Dossier

Alla ricerca di vita extraterrestre: il Programma SETI

Come si osserva e cosa si sta facendo nel nostro paese?

Nell’ambito di osservazioni SETI si dovrebbe puntare l’antenna del radiotelescopio nella giusta direzione e con la dovuta precisione, in quanto la larghezza del suo fascio può andare da decine di primi d’arco a qualche primo d’arco, a meno che non si considerino interferometri con elevati standard di sicurezza dove i poteri risolutori possono raggiungere anche valori di frazioni di secondi d’arco! Una volta puntato correttamente (e questo rappresenta già un grande ostacolo visto che non si sa dove possano essere queste ipotetiche civiltà), si presenta la necessità di sintonizzare il radiotelescopio sulla frequenza corretta, corrispondente cioè a quella dell’eventuale trasmettitore alieno. Non lo possiamo assolutamente sapere anche se, come visto in precedenza, vi possono essere ipotesi di lavoro che portano a considerare la banda 21 cm/18 cm (1.4 GHz / 1.6 GHz) come molto probabile. Noi da terra ci comporteremmo in questo modo nel caso volessimo fare notare la nostra presenza! Non sapendo quindi a che frequenza sintonizzarci, dove puntare le antenne, in che modo ed in quale momento osservare, non sarebbe plausibile chiedere costoso “tempo antenna” per effettuare osservazioni di cui non si conoscono le modalità operative. Programma SETI: inquinamento radio L'approccio migliore al programma (soprattutto per il basso costo) è quello basato sulle osservazioni SETI effettuate in parallelo (piggy back) alle normali osservazioni in corso alla antenna parabolica VLBI. Una frazione del segnale radio viene inviata al sistema Serendip IV (15 MHz BW @ 24.000.000 di canali) che cerca, nelle condizioni di puntamento e frequenza operativa in cui sta lavorando l’antenna, la presenza di un segnale di chiara origine extraterrestre.

Allo stesso tempo il sistema fornisce informazioni fondamentali circa la situazione interferenze radio (a banda stretta); queste costituiscono un problema sempre più pressante per i radiotelescopi (come l’inquinamento luminoso lo è per i telescopi ottici) e gettano ombre sul futuro della radioastronomia (vedere figure 4 e 5).

Programma SETI: Sistema Serendip IV - antenna L’ opportunità di usare il sistema Serendip IV in compiti di monitoraggio continuo delle interferenze radio è di notevole importanza per le operazioni di controllo delle stesse e rende ancora più interessante ed utile l’esecuzione di osservazioni SETI in parallelo alle normali attività dell’antenna VLBI.

Le attività SETI, con il sistema Serendip IV, sono iniziate nella primavera del 1998 e non hanno portato finora a nessun risultato. Si sono registrati solo sospetti (che non sono mai stati confermati) e interferenze radio terrestri di varia origine e tipologia. La probabilità di captare segnali alieni è comunque molto bassa e anche se nei prossimi 20 anni non avremo ricevuto nulla, varrà comunque la pena continuare le ricerche adottando modalità osservative nuove perchè potremmo avere osservato in modo sbagliato, nei punti sbagliati e nei momenti sbagliati. La nostra convinzione ci spinge a cercare in tutti gli angoli della nostra galassia in cui l’attuale tecnologia ci permette di arrivare tenendo sempre presente il motto di Frank Drake: “la mancanza dell’evidenza non significa l’evidenza della mancanza”.

Programma SETI: Sistema Serendip IV - ricevitoreProgramma SETI: Serendip IV

Suggerimenti