Ciliegia
Il ciliegio è un albero presente in Europa da talmente tanto tempo da essere considerato una specie spontanea di quest'area, anche se la sua origine è asiatica. Probabile responsabile della sua introduzione in occidente fu Lucullo, il console romano vittorioso su Mitridate.
I frutti erano conosciuti dagli egizi già molti secoli prima di Cristo. Testimonianza della sua diffusione viene anche dagli scritti di molti autori greci e latini, che in alcuni casi ci tramandano dettagliate descrizioni dei diversi tipi esistenti all'epoca.
La fioritura del ciliegio avviene in primavera contemporaneamente alla comparsa delle foglie. Uno spettacolo della natura per la densità e la profusione di mazzetti fiorali bianchi, che donano alla chioma un aspetto candido.
Dai fiori, avvenuta la fecondazione, si formano le ciliegie, drupe di colore rosso vivo o quasi nero, riunite anch'esse a due o più in tanti mazzetti.
La disseminazione dei semi, i cosiddetti nòccioli, contenuti all'interno dei frutti, avviene soprattutto per opera degli uccelli, attratti dal colore e dal sapore. A questa caratteristica fa riferimento il nome latino del ciliegio, Prunus avium.
La corteccia del ciliegio presenta una caratteristica: sulla sua superficie si aprono numerose lenticelle, piccole prominenze, formate da cellule raggruppate in forma lenticolare, spesso fessurate, che servono per gli scambi gassosi della pianta con l'esterno.
Il ciliegio viene anche coltivato per il suo legno rosato, particolarmente apprezzato nei lavori di ebanisteria.
Oltre che per il consumo fresco, le ciliegie si usano per fare marmellate, conserve, sciroppi e per produrre liquori (maraschino, kirsch, ratafià).
Le amarene sono invece i frutti del Prunus cerasus o visciolo. Anche se gli alberi delle due specie sono molto simili nell'aspetto, i frutti differiscono per avere consistenza meno carnosa e gusto acidulo.