Dossier

La clonazione

Cellule staminali o clonazione?

Le cellule staminali derivanti dai primi stadi embrionali potrebbero essere utilizzate per produrre dei tessuti per i trapianti in vitro.

Questo si accompagna a problemi etici dovuti all'utilizzo degli embrioni, ritenuto inaccettabile da molte persone.

Dal punto di vista tecnico presentano l'inconveniente di essere cellule derivanti da un altro organismo, e quindi i trapianti effettuati a partire da queste cellule sarebbero comunque eterologhi.

Questo vuol dire che l'organo viene accettato dal ricevente solo se questo viene immunodepresso, per evitare la reazione di rigetto.

Ad ogni modo si tratta di applicare le modalità di prevenzione di rigetto già in corso per i trapianti attualmente eseguiti, a partire da donatori volontari.

La clonazione presenterebbe il vantaggio di non indurre una reazione di rigetto, almeno le conoscenze scientifiche attuali fanno supporre questo, in quanto i tessuti trapiantati sono autologhi, cioè derivanti dal paziente ed hanno il suo stesso patrimonio genetico.

Inoltre non viene utilizzato un embrione propriamente detto, quindi il problema etico non si pone, almeno non in questa direzione.

La ricerca scientifica attuale in realtà tenta di complementare le due tecniche, per ottenere il massimo dei risultati, e il golden standard in questo caso è ottenere dei tessuti da trapiantare da cellule staminali derivanti da embrioni clonati con le cellule del paziente.

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