Bioetica, controlli e legislazione
La legislazione attuale, in quasi tutti i paesi dove si utilizzano OGM, è molto severa sul controllo e la commercializzazione degli organismi geneticamente modificati.
Non ci sono evidenze scientifiche che possano farci pensare che gli OGM rappresentino un rischio maggiore delle piante "naturali", ma di sicuro allo stato attuale sono decisamente più controllati.
L'unico reale dubbio è la possibilità che venga prodotto una proteina nuova e tossica, ma per evitare questo vengono prese due misure.
La prima riguarda un controllo preventivo, basato su tutto ciò che è noto a proposito della proteina di interesse e degli eventi seguenti le modificazioni genetiche.
La seconda riguarda i controlli di monitoraggio che vengono fatti sull'impatto ambientale e sulla salute umana. Questi sono stabiliti a livello legislativo con procedure perlopiù analoghe in tutti gli stati.
A livello europeo, le direttive in materia di OGM sono state discusse il 23-24 marzo 2001 a Stoccolma dal Consiglio europeo.
La Commissione si è impegnata a stabilire i provvedimenti necessari per un appropriato utilizzo delle potenzialità biotecnologiche e in grado di garantire nel contempo uno sviluppo che tuteli la salute e l'ambiente.
Il problema politico centrale è ovviamente conciliare questi due aspetti, che si traducono nel considerare le preoccupazioni del pubblico senza ostacolare la ricerca e l'innovazione, indispensabili per lo sviluppo.
I problemi etici sono diversi a seconda del settore interessato.
Ad esempio in campo farmaceutico l'utilizzo di prodotti derivati da OGM è assolutamente accettato. Infatti sono ormai quasi venti anni che in questo modo si producono sia l'ormone della crescita per curare il nanismo che l'insulina umana, per contrastare il diabete.
Una volta l'ormone delle crescita veniva ricavato da una ghiandola, l'ipofisi, prelevata da cadaveri causando in alcuni casi la trasmissione della malattia di Creutzfeldt-Jacobs.
Per la cura del diabete, invece, una volta si utilizzava l'insulina di maiale, che pur avendo le stesse funzioni di quella umana in realtà e leggermente diversa. Infatti, in alcuni soggetti causava importanti reazioni allergiche non permettendone la cura.
I prodotti "ricombinanti", cioè ottenuti da OGM, in questi casi offrono dei vantaggi decisamente enormi rispetto agli eventuali rischi.
Così non è invece per i prodotti alimentari, per cui i vantaggi non sono così evidenti, almeno non agli occhi del consumatore che pertanto ha un atteggiamento ostile.
E' normale mostrarsi diffidenti verso un prodotto modificato, quando i vantaggi non sono evidenti, e soprattutto quando si ha la percezione che l'industria abbia proceduto troppo velocemente senza permettere i necessari controlli e divulgare le necessarie informazioni. Questo ovviamente ha fatto nascere un forte senso di diffidenza.
In effetti secondo un'indagine dell'eurobarometro solo un europeo su due ritiene accettabile modificare geneticamente un prodotto alimentare.
Ad ogni modo ogni prodotto OGM commercializzato in Europa deve aver superato una serie di controlli in fase sperimentale, controlli che vengono definiti di volta in volta, a seconda dell'avanzamento delle tecnologie utili a tal fine.
Infatti è evidente che la necessità di testare gli effetti a lungo termine (visto che per quelli a breve termine in quasi 20 anni non esiste neanche un caso) ha portato ha studiare test sempre più avanzati, della cui regolamentazione si occupa la Task Force sul codice alimentare.
La nuova normativa cerca, inoltre, di venire incontro alle richieste degli agricoltori riassumibili nei tre punti seguenti:
- limitazione del periodo di validità delle autorizzazioni
- l'obbligo di un monitoraggio anche dopo la commercializzazione
- divieto di impiego di geni che conferiscano resistenza agli antibiotici
Dal punto di vista etico, la questione su cui tutti sembrano essere d'accordo è l'etichettatura del prodotto, affinché il consumatore possa fare una scelta informata sull'acquisto.