Dossier

Piero Fogliati Poeta della luce

Aura cromatica - (1970) 1990

Mostra Fogliati Aura Cromatica Immediatamente dopo il Rivelatore Cromocinetico con la fune elastica, Fogliati realizza la versione che avrebbe poi preso il titolo di Aura cromatica (di Claude Faure). Questa nuova versione presenta la sostituzione della fune elastica con due bacchette di alluminio dipinte di bianco lunghe circa 15 centimetri, sospese verticalmente con dei fili di nylon ad un’altezza di un metro e trenta e distanziate tra loro di 40 cm. Sono misure variabili a seconda dell’ambiente in cui è esposto il lavoro. Sulle due bacchette viene proiettato un unico fascio di Luce Sintetica. Il nostro sguardo, non potendo focalizzare entrambe le asticelle illuminate, assume una instabilità accentuata rispetto a quella con una sola e comincia a spostarsi da una bacchetta all’altra.

Si avrà allora l’impressione di vedere tra di esse una pellicola a strisce colorate (un’aura cromatica) completamente immateriale e con assenza di supporto. Anche in questo caso l’immagine non sarà stabile, ma apparirà e scomparirà in coincidenza con i veloci spostamenti degli occhi nel loro continuo tentativo di una statica focalizzazione delle due bacchette.

Come nell’Edicola delle Apparizioni, in quest’opera l’esito luminoso si stacca completamente dal supporto riflettente.

L’opera Aura cromatica con due bacchette, pur essendo stata realizzata nell’ottobre del 1970, non fu esposta fino al 1984 quando venne presentata nella mostra personale alla Galerie Voir di Ginevra con il titolo Segnalatore.

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