Dossier

La clonazione

Antinori

Il Prof. Antinori calca le scene dei rotocalchi e dei quotidiani di tutto il mondo ormai da diversi anni, prima con il trasferimento di embrioni nell'utero di donne in menopausa e nell'ultimo anno con la dichiarazione di voler praticare la clonazione umana a scopi riproduttivi.

Infatti dopo le prime dichiarazioni del marzo 2001 in cui asseriva che entro l'anno avrebbe fatto nascere un bebè clonato, è tornato alla carica con analoghe dichiarazioni anche nell'autunno successivo, senza trovare peraltro terreno fertile neanche in Inghilterra, dove, per inciso, la clonazione umana a scopo riproduttivo è proibita.

Dura è stata la reazione del pubblico, come ci si poteva aspettare, dopo le ultime dichiarazioni giunte dall'Inghilterra, dove ora opera il Prof. Antinori, spostatosi dal suo laboratorio di Roma verso lidi, a sua detta più promettenti.

Ma dura è stata anche la reazione del mondo scientifico, sia pubblico che privato, soprattutto quando c'è stato un tentativo di far ricadere nell'accezione del termine terapeutico anche la clonazione a fini riproduttivi.

Molti scienziati non hanno esitato a prendere distanza da questo uso del termine, non ritenendo lecito definire terapeutica la riproduzione per clonazione solo per il fatto che potrebbe ovviare alle conseguenze delle disfunzioni riproduttive degli aspiranti genitori.

Lo stesso Ian Wilmut, il genetista scozzese che nel 1997 con la sua equipe aveva dato alla luce la pecora Dolly, si è schierato contro la clonazione umana riproduttiva definendo questi esperimenti come pericolosi e irresponsabili.

Ma il medico italiano Severino Antinori non è l'unico ad avere certi "grilli" per la testa, basta navigare un po' in internet e non si ha che l'imbarazzo della scelta dell'azienda alla quale appoggiarsi per farsi clonare o avere un clone tutto proprio che so, di Claudia Schiffer... Una fra tutte la Clonaid, sostenuta niente meno che dai raeliani.

Ma gli scienziati che si oppongono non dicono "no alla clonazione riproduttiva" solo per buon senso, infatti molti hanno dichiarato la cosa come imprevedibile, pericolosa e tecnicamente insensata.

Infatti per ottenere un solo bambino, partendo dai dati ottenuti con gli esperimenti di Dolly, sarebbero necessarie circa una ventina di donne donatrici, da cui ottenere circa 400 oociti.

Inserire in questi altrettanti nuclei derivanti da altrettante cellule ottenute dall'individuo che si vuole clonare.

In questo modo si dovrebbero ottenere 400 embrioni, la cui gravidanza dovrebbe essere portata avanti da un centinaio di donne, considerando che in ognuna di questi vengano messi 4 embrioni.

E tutto ciò per avere un bambino unico, probabilmente non sano, probabilmente non vitale.

Infatti gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che la probabilità di sviluppo di malformazioni di vario genere è elevatissima, così come la letalità perinatale.

Quindi non solo motivi etici, ma anche semplice buon senso e l'esperienza alla base dell'indignazione della maggior parte del mondo scientifico nei confronti di chi dichiara di voler clonare l'uomo.

Citato in