Dossier

Il tumore si nutre e quindi può crescere, invadere i tessuti, diffondersi, entrare nel circolo e creare metastasi attraverso la formazione di nuovi vasi sanguigni che dai tessuti circostanti penetrano nel tumore. Tale processo, detto neoangiogenesi tumorale, è essenziale per lo sviluppo del tumore stesso che non può crescere più di pochi millimetri, se non si crea una sua rete vascolare. Attraverso questa rete gli arriva il sangue. Si pensa che il tumore produca dei fattori che richiamano dai tessuti circostanti le cellule endoteliali che formano i vasi ricreando così, all’interno del tumore stesso, una rete vascolare neoformata.

Gli obiettivi del progetto “Angiogenesi” sviluppatosi, tra gli altri anche nell’ambito del CeRMS, sono in primo quello comprendere e identificare i mediatori del processo angiogenetico e in secondo luogo di sviluppare delle strategie di inibizione della crescita dei vasi tumorali, al fine di tagliare i rifornimenti al tumore.

Tuttavia le caratteristiche funzionali dell’endotelio tumorale sono scarsamente note e le strategie terapeutiche sono state per lo più sviluppate utilizzando come modelli di studio l’endotelio umano normale.

Il gruppo di studio coordinato dal prof. Giovanni Camussi, al CeRMS, ha sviluppato dei modelli cellulari basati sull’endotelio di origine tumorale umana dimostrando una sostanziale differenza funzionale e molecolare dall’endotelio normale. Per queste caratteristiche l’endotelio tumorale mantiene la capacità di formare vasi indipendentemente dallo stimolo tumorale ed è resistente alla morte cellulare (apoptosi) indotta da diversi farmaci. Si sono identificati alcuni dei meccanismi molecolari che nell’endotelio tumorale promuovono l’angiogenesi e studiato la possibilità di interferire selettivamente con questi meccanismi per bloccarla. Si è dimostrato che l’endotelio tumorale deriva in parte da cellule staminali presenti nel tumore capaci di differenziarsi localmente e generare nuovi vasi.