Dossier

Le biotecnologie nei trapianti

allotrapianti

Ora come nel prossimo futuro i pazienti continueranno a venir trapiantati con organi allogenici che quindi per definizione differiscono per il complesso maggiore di istocompatibilità: l'MHC.

Senza nessun tipo di trattamento, come ad esempio la somministrazione di farmaci immunosoppressori, la risposta immune del ricevente mediata in prevalenza dai linfociti T porterà al rigetto dell'organo trapiantato.

Nei trapianti l'ideale sarebbe riuscire ad indurre una tolleranza a lungo termine nel trapiantato verso il trapianto senza che per questo il ricevente perda la capacità di rispondere ai comuni antigeni come quelli virali, batterici e delle cellule tumorali maligne, cosa che invece succede quando si induce un'immunosoppressione sistemica con farmaci come la Ciclosporina A.

Il primo passo nello studio mirato ad evitare i rigetti di allotrapianti consiste nell'individuazione di antigeni capaci di stimolare la risposta alloreattiva e nel comprendere l'esatta sequenza degli eventi che portano al rigetto.

Le forti reazioni di rigetto si verificano per riconoscimento del tessuto trapiantato sia da parte di popolazioni di lifociti T positivi per il CD4 che per il CD8. I linfociti CD8 positivi hanno un'attività citotossica e riconoscono l'MHC di classe I legato ad una molecola estranea detta non-self.

Esperimenti hanno dimostrato che anticorpi capaci di riconoscere e quindi bloccare il CD8 sono capaci di bloccare la lisi mediata dai linfociti T citotossici e quindi di proteggere le cellule dell'oragano trapiantato.

Una seconda risposta ai trapianti detta sensibilizzata dipende dai linfociti T positivi per il CD4 che riconosce l'MHC di classe II. I linfociti T CD4+ sono attivati da cellule specifiche dette APC (Antigen Presenting Cells) che "presentano" al linfocita inattivo un antigene.

Solo in seguito a questa attivazione sono in grado di stimolare i linfociti CD8+ in senso citotossico e di produrre citochine capaci di attivare a loro volta i linfociti B che diventano così vere e proprie fabbriche di anticorpi dette plasmacellule.

Con le biotecnologie si sta cercando di bloccare il rigetto mediante il blocco delle segnalazioni che attivano le cellule del nostro sistema immunitario contro l'organo trapiantato.

Per far questo si può agire:

-sul sistema MHC

-bloccando il segnale co-stimolatorio

-sulle citochine immunosoppressive

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