Dossier

Alla conquista del Pianeta Rosso

A spasso su Marte: la missione Pathfinder

Francobollo_Pathfiinder Mentre il Mars Observer si apprestava ad andare incontro al fallimento, alla Nasa si lavorava già alla progettazione di una missione per certi versi rivoluzionaria.

La rivoluzione aveva uno slogan che parlava da solo: meglio, prima e a meno.

Con questo motto, all'inizio del 1992, fu varato un programma che prevedeva l'invio sistematico di piccole sonde a basso costo il cui primo esemplare fu chiamato Pathfinder.

Il 4 dicembre 1996 prese ufficialmente via la missione Pathfinder da 150 milioni di dollari, circa venti volte più economica delle faraoniche missioni Viking. Il programma era stato pensato per testare una tecnologia che permettesse l'atterraggio di un lander munito al suo interno di un rover destinato a esplorare un breve tratto della superficie marziana.

Il rover, lungo 62 centimetri e alto 32, disponeva di sei ruote motrici collegate alla struttura centrale mediante rulli e sospensioni che gli permettevano di spostarsi lentamente sul suolo marziano e superare ostacoli di una volta e mezzo le sue ruote. Nella parte superiore, il rover disponeva di un pannello solare con il quale ricaricare le proprie batterie.

Airbags Oltre al robot esploratore, il Mars Pathfinder presentava anche un innovativo sistema di atterraggio che riprendeva una vecchia idea utilizzata dalle sonde sovietiche inviate sulla Luna: come le missioni Viking era munito di un paracadute ma, al posto dei costosissimi razzi di frenamento, utilizzava un sistema di airbag giganti per ammortizzare l'impatto con il suolo.

Una volta fermo e gli airbag sgonfi, il lander avrebbe dischiuso le proprie pareti come i petali di un fiore e fatto uscire il robot esploratore.

La cosa era più semplice a pensarsi che a realizzarsi; anche solo la tecnica di arrivo sul pianeta era inconsueta: la sonda sarebbe entrata direttamente dentro l'atmosfera marziana senza prima alcuna inserzione in orbita.

Tra le difficoltà maggiori c'era quella di calcolare perfettamente l'angolo di incidenza; troppo piccolo o troppo grande e la sonda si sarebbe schiantata al suolo o sarebbe schizzata via come un proiettile impazzito.

Il tutto, naturalmente, tenendo conto solo delle vecchie immagini del pianeta per trovare un sito d'atterraggio che fosse geologicamente interessante ma anche non troppo costellato di rocce e asperità, piuttosto critiche per la resistenza degli airbag.

Nonostante i pochi soldi, un affiatato e geniale team di ricercatori, a volte molto giovani, laureandi o dottorandi della prima ora privi dell'esperienza sul campo del vecchio team che aveva realizzato il successo Viking, stava per realizzare la più famosa missione marziana del secolo appena passato.

Pathfinder compì tutto alla perfezione, dimostrando l'efficacia della nuova tecnica di atterraggio, e inviò a terra una grande mole di dati, informazioni e immagini.

Il lander, il cui nome ufficiale fu Carl Sagan Memorial Station, in onore dello scienziato e divulgatore morto nel 1996, raccolse 16500 immagini, mentre il rover Sojourner dal nome di Sojourner Truth, la schiava che aveva combattuto per i diritti civili e l'abolizione della schiavitù, raccolse 550 immagini durante la sua escursione sul suolo marziano, eseguendo 15 esperimenti chimici e numerose analisi riguardanti il clima del pianeta.

Sojourner Il team che aveva creato e seguito la sonda durante gli 83 giorni di attività ricevette l'ultimo segnale il 27 settembre 1997.

I dati raccolti dalla missione Pathfinder suggerirono agli scienziati che in un tempo molto remoto Marte avesse posseduto un'atmosfera meno rarefatta di quella attuale, tale da poter permettere l'esistenza di acqua allo stato liquido.

La missione Pathfinder con il rover esploratore fu una delle missioni più brillanti della Nasa e rese il pianeta Marte un luogo più familiare a milioni di persone in tutto il mondo, quasi come ai vecchi tempi dell'euforia marziana di inizio Novecento e quasi 570 milioni di contatti (un record per quei tempi) fece registrare il sito Web della Nasa durante le giornate marziane di Sojourner.

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