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Una vita prevedibile

Il Premio Lagrange 2011 conferito ad Albert Laszlo Barabási per i suoi studi sulle reti complesse, i suoi innovativi approcci trasversali, le sue sorprendenti conclusioni e la sua capacità divulgativa.

“Sono uno scienziato, perciò credo che la maggior parte dei fenomeni naturali possa essere compresa, definita, prevista e – eventualmente – controllata. Nessuno avrebbe niente da ridire su questi obiettivi. Ma se sostituissi “esseri umani” a “fenomeni naturali”? Significherebbe che gli esseri umani possono essere compresi, definiti, previsti e – eventualmente – controllati. Un’idea inquietante, eh?”

Albert László Barabàsi

Albert László BarabàsiPensate di essere originali, creativi, imprevedibili?  Rassegnatevi, non è affatto così. Le teorie del fisico Albert-László Barabási, studioso di sistemi complessi, sostengono, infatti, che le azioni umane seguano dei modelli decifrabili e ripetitivi, quindi piuttosto prevedibili.

Barabási, scienziato di origine ungherese, oggi direttore del Centro di Ricerca per le Reti Complesse alla Northeastern University di Boston e autore di alcuni tra i saggi più brillanti e gli studi più innovativi nel campo della scienza dei sistemi complessi, ha ricevuto giovedì 30 giugno a Torino il “Premio Lagrange – Fondazione CRT”, prestigioso riconoscimento internazionale, voluto proprio dalla Fondazione CRT, con il coordinamento scientifico della Fondazione ISI  -   Institute for Scientific Interchange  di Torino – e dedicato ai ricercatori che si applicano a questo campo con approcci innovativi e trasversali.  

Barabási, infatti, intreccia lo studio della fisica con altri settori della ricerca scientifica e umanistica – dalla biologia molecolare, all’informatica, al comportamento umano.

Le tecnologie che utilizziamo ormai nella vita di tutti i giorni fanno sì che si siano create nel tempo delle immense banche dati dei comportamenti umani.  Social networks, sistemi di video-sorveglianza, indagini di mercato, navigazione in internet, spostamenti con auto e aerei, acquisti con carte di credito, gran parte della nostra vita è monitorata.  E noi ne siamo più o meno consapevoli.

Barabási si è dedicato allo studio del sistema dei network, delle reti complesse,  formulando, in Link. La scienza delle reti(2004), la teoria delle reti a invarianza di scala.  Le grandi reti si assomigliano (da internet, alle reti cellulari, dalle reti telefoniche agli ecosistemi), tutte funzionano grazie agli hub, i centri nei quali si concentrano la maggior parte delle informazioni e delle attività di una rete.

Copertina libro LAMPI - Laszlo BarabasiOra con il recente libro Lampi. La trama nascosta che guida la nostra vita(2011) Barabási sostiene che la popolazione umana vive concentrando le proprie azioni in veri e propri bursts – lampi – di attività frenetica, inframmezzati da periodi di calma e che questo modello ricalcherebbe ciò che avviene in diversi sistemi naturali, ad esempio nei processi cellulari.

In occasione della cerimonia di premiazione lo scienziato, che è anche un ottimo divulgatore,  interloquendo con  il ricercatore italiano Alessandro Vespignani e con l’editore-divulgatore Vittorio Bo,  ha avuto modo di sottolineare alcuni passaggi importanti della sua teoria. 

Il ruolo dei ricercatori si concentra oggi soprattutto sullo studio della mobilità degli individui umani, la grande disponibilità di dati e una certa regolarità insita nella nostra natura, fanno sì che che sia possibile prevedere con una approssimazione di circa il 93% quali saranno le nostre azioni future.  La regolarità con la quale agiamo sarebbe in realtà una maniera per difenderci dalla complessità della vita: annoiarsi per poter liberare meglio la mente, questo l’escamotage messo in atto dall’uomo.

Lavorando sulle caratteristiche di una rete molto grande come il Web ci si è resi conto che si possono trovare molti punti in comune con altri tipi di reti – metaboliche, sociali – in pratica si verifica che rispondono alle stesse leggi.  Il passaggio successivo è che Barabási ha associato lo studio di un sistema ingegneristico come internet allo studio di sistemi sociali, fisiologici o naturali,  trovando termini di paragone anche sul concetto di adattabilità.

NetworkAnche internet, pur essendo una sola rete, quindi senza competitors, ha adottato al suo interno capacità di adattabilità, elasticità, ad esempio operando una selezione dei providers, piuttosto che dei social networks.  Oltre ad aver sviluppato con il tempo una resistenza ai malfunzionamenti giornalieri, mentre rimane piuttosto fragile rispetto a grandi attacchi sui nodi portanti del sistema.

La domanda che sorge spontanea a questo punto è se tutta questa conoscenza del sistema delle azioni umane non ci faccia correre il grande rischio di poter essere un giorno costantemente monitorati, come in una sorta di Grande Fratello di Orwelliana memoria. 

Barabási e Vespignani non hanno dubbi, bisogna continuare gli studi per poter identificare i modelli interpretativi dei pattern comportamentali della nostra società, senza intaccare in alcun modo la capacità di scelta sia a livello di singolo individuo che di società complesse.

L’appello, che giunge in prima battuta da Ralph Dum,  intervenuto in rappresentanza del Dipartimento Future Emerging Technologies dell’Unione Europea, è di riuscire a creare nuovi ecosistemi di ricerca, nell’ambito dei quali si ragioni in termini di interconnessione tra discipline diverse. Così come avviene già oggi alla Fondazione ISI,  vero modello di ruolo innovativo per la ricerca in Europa.