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Una nuova luce sulla materia oscura

Mappata per la prima volta la distribuzione della materia oscura che permea il nostro Universo.

Esiste un Universo invisibile tutto intorno a noi chiamato "materia oscura" perchè non emette nè luce visibile, nè calore, nè raggi gamma o altre radiazioni elettromagnetiche. Eppure rappresenta oltre il 90% della materia presente nel cosmo; come dire che l'uomo da quando per la prima volta ha alzato gli occhi al cielo per ammirare a occhio nudo le stelle, fino alle osservazioni fatte con i telescopi più potenti, non ha fatto altro che osservare solo il 10% di ciò che lo circonda.

L'ammasso di galassie del Perseo Sebbene già ipotizzata negli anni trenta dall'astronomo Zwicky, è solo dagli anni settanta che gli scienziati si sono dedicati ad indagare in modo sistematico sulla esistenza della materia oscura. Le osservazioni sulla velocità delle velocità orbitali delle stelle periferiche delle galassie, e sul fatto che esse non sfuggano dalle galassie stesse per perdersi nel cosmo, hanno quindi portato gli astrofisici a confermarne la presenza, ma non si era mai riusciti a visualizzarne la struttura. Eppure la massa della materia oscura è circa sei volte più pesante rispetto a quella della materia luminosa e si interseca con l'universo a noi conosciuto avvolgendolo e permeandolo con una struttura di tipo filamentoso, una sorta di tessuto spugnoso.

Ora, grazie al lavoro di un gruppo internazionale formato da ben 70 astronomi guidati da Richard Massey del California Institute of Tecnology (Caltech) e, grazie alle immagini fornite dal telescopio Hubble, incrociate con le informazioni fornite dal satellite Newton e da una serie di strumenti posizionati sulla Terra, è stato per la prima volta possibile creare una mappa tridimensionale della materia oscura. Essa interagisce con la materia luminosa (pianeti, stelle, galassie) attraverso la forza di gravità: in pratica esercita un effetto deformante dello spazio influenzando così la distribuzione della materia luminosa. Proprio studiando la curvatura delle traiettorie seguite dalla luce proveniente da galassie lontane, nate poco dopo il Big Bang, è stato possibile cartografare la distribuzione della materia oscura in varie epoche dell'Universo.

Galassia La mappa ha sostanzialmente confermato le teorie standard sulla formazione dell'Universo, secondo le quali in origine, subito dopo il Big Bang, la materia visibile e quella invisibile fossero mescolate, poi la materia oscura, con la sua forza gravitazionale avrebbe guidato il collassare della materia normale e il suo posizionarsi nello spazio. In generale si può affermare che dove c'e' materia visibile è presente anche la materia invisibile, in genere si estende intorno ai nuclei delle galassie. Poichè però la materia oscura è presente in quantità molto maggiore rispetto a quella visibile potrebbero esistere sistemi celesti nei quali sia presente solo la prima individuabili unicamente grazie alla osservazione dell'influenza su eventuali sistemi celesti visibili presenti nelle vicinanze.

Il risultato di questa ricerca ha un valore eccezionale nel continuo progredire dell'Uomo verso una risposta agli interrogativi sull'origine dell'Universo e sul suo destino. Adesso gli sforzi si concentreranno sull'analisi approfondita della reale natura della materia oscura e sulla sua effettiva quantità.

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