Costruire una base sulla Luna utilizzando la stampa 3D può sembrare un progetto singolare e fantascientifico.
Ma se si mettono insieme le conoscenze di astronomia dei ricercatori dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della società italiana di ricerca aerospaziale Alta, l'idea di un'architettura futuristica dello studio Foster + Partners e le nuove funzionalità offerte dalla stampante D-Shape di Monolite, con l'aiuto degli studiosi dell’università d’ingegneria Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, oltre a essere fattibile, il progetto può diventare straordinario.
La tecnologia che utilizza la stampa 3D ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Questa permette di avere una riproduzione reale di un modello 3D realizzato con un software di modellazione a tre dimensioni.
Una stampante di questo tipo lavora prendendo un file da un computer e utilizzandolo per fare una serie di porzioni in sezione trasversale. Ciascuna porzione è poi stampata l'una sopra all'altra per creare l'oggetto 3D finale.
Le stampe 3D sono dunque costruite un livello alla volta e fino ad ora sono state utilizzate per creare sculture, nell'architettura, nell'educazione, nella sanità e nella vendita al dettaglio. Possibili utilizzi futuri potrebbero essere nell'ingegneria tissutale, per creare organi e parti del corpo con getti d'inchiostro e per l'ambiente, per creare barriere coralline artificiali per aiutare a preservare le spiagge dalle grosse ondate marine.
Ma potrebbero diventare anche uno strumento per colonizzare il satellite della Terra, permettendo la costruzione di una base utilizzando i materiali presenti sul suolo lunare.
Il progetto della struttura è stato affidato al noto studio di architettura: Foster + Partners hanno disegnato la base in modo che fosse conforme con la composizione del terreno della Luna e hanno ideato un sostegno per la cupola con un muro che fosse in grado di ripararlo da micro meteoriti e radiazioni spaziali, e che incorpora un gonfiabile pressurizzato dove gli astronauti possono ripararsi, cercando una giusta via di mezzo tra forza e peso.
Per la vera e propria realizzazione invece si dovrà mescolare il materiale lunare simulato con l'ossido di magnesio, questo si trasformerà in "carta" che potrà essere utilizzata per la stampa. L'"inchiostro strutturale" sarà invece dato da un amalgama salino che converte i materiali in un qualcosa di solido e molto duro.
Lavorando nel vuoto si potrebbe però riscontrare un problema: i liquidi potrebbero infatti evaporare se non protetti. A tal riguardo è stato inserito l'ugello sotto a uno strato di regolite lunare artificiale (si sono utilizzate le rocce basaltiche dell'Etna) e si è osservato che in questo modo la stampa può essere fatta anche nel vuoto.
Infine, come posizione migliore per l'insediamento, è stato scelto il polo sud lunare, perchè è il punto in cui vi sono temperature più simili a quelle della Terra, clima a cui la stampante lavora al meglio.
In un futuro non troppo lontano potremmo dunque sentire la notizia di un razzo lanciato verso la Luna con cinque elementi a bordo: quattro persone e una stampante.