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Terapia non farmacologica dell’ipertensione arteriosa

Piccoli accorgimenti nella nostra vita quotidiana possono migliorare il nostro stile di vita e ridurre il rischio di patologie cardiovascolari.

cuore L’ipertensione arteriosa è una patologia legata soprattutto allo stile di vita di una persona e richiede una perfetta osservanza di alcune regole sia nella sua forma lieve sia in quelle più gravi.

Nella sua forma lieve, se il paziente riesce a liberarsi dalle abitudini dannose può portare alla normalizzazione dei valori pressori senza il bisogno di ricorrere ai farmaci. Nelle forme più gravi si è comunque osservato che il solo utilizzo di una terapia farmacologia, anche ad alte dosi, senza il rispetto dei norme di vita meno dannose risulta spesso inefficace.

La prima condizione dannosa per l’iperteso è costituita dal fumo capace di indurre spasmo arteriolare. Spesso si inizia a fumare in relazione a numerosi e importanti condizionamenti psicologici ed è soprattutto tra i giovani che va attuata un’intelligente educazione sanitaria.

Ben diversa è la situazione del fumatore cronico non più giovane, il quale a causa della dipendenza dalla nicotina non riesce a smettere anche se conscio dei danni causati dal fumo.

Le statistiche sono a questo proposito molto eloquenti, infatti la dove il 70% dei fumatori desidererebbe smettere solo il 20% ci prova davvero e di questi solo un 5% ci riesce veramente. Questo dipende soprattutto dalla dipendenza farmacologica alla nicotina. La nicotina infatti è in grado di attivare alcune aree celebrali in particolare. Ad esempio nell’ipotalamo la nicotina stimola il rilascio della dopamina, una molecola definita come ionotropa positiva sui neuroni e quindi capace di dare un forte senso di benessere all’organismo.

Inoltre, nel sistema neurovegetativo, la nicotina attiva il rilascio della noradrenalina, un altro neurotrasmettitore capace di aumentare il senso di vigilanza.

Soprattutto a causa di questi meccanismi operati dalla nicotina, il fumatore cronico ha una grande difficoltà a smettere di fumare pur rendendosi conto del danno che questo crea alla sua salute.

Generalmente nel trattamento dell’ipertensione arteriosa si procede consigliando una disassuefazione alla nicotina mediante la sua somministrazione a dosi decrescenti in forma di cerotto o gomma da masticare e in alcuni casi mediante agopuntura, ma in ogni caso perché questo abbia l’effetto desiderato occorre che il fumatore voglia davvero smettere.Cuore che batte

L’iperteso inoltre deve assolutamente regolare la sua dieta sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo.

In termini qualitativi è consigliabile la classica dieta mediterranea con grande uso di vegetali, mentre l’uso del sale va tassativamente limitato. In alternativa, per coloro che non amano mangiare insipido si suggerisce l’uso dei succedanei in polvere del sale da cucina, il limone e l’aceto aromatico.

Inoltre, gli ipertesi dovrebbero tenere ben presente che i grassi alimentari hanno un potere calorico circa doppio rispetto a quello delle proteine e dei carboidrati.

Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, questo va misurato soprattutto con la possibilità o la voglia che l’iperteso ha di svolgere in modo giornaliero, o quasi, un minimo di attività motoria.

L’iperteso, poi, dovrebbe riuscire a evitare o comunque a ridurre lo stress. Le situazioni stressanti sono molto più frequenti tra gli abitanti dei grandi centri urbani e tra le persone con alte responsabilità rispetto ad esempio alla gente di campagna.

Una recente metodica diagnostica che potrebbe favorire una terapia mirata dello stress, è il monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore. Questa consente di osservare in un tracciato di come gli eventi stressanti si accompagnino a dei picchi di innalzamento della pressione.

Un potente effetto anti-stress è comunque fornito dall’attività fisica.

La mancanza o comunque la scarsezza di movimento è una delle maggiori piaghe della civiltà moderna e inoltre tutte le statistiche mondiali sono concordi nell’affermare che favorisce l’ipertensione.

Tra i numerosi effetti benefici dell’attività motoria figura anche l’attenuazione del sistema nervoso simpatico ovvero l’attività motoria è in grado di rilasciare le arteriole, favorire la riduzione delle resistenze periferiche e quindi diminuire i valori pressori.

La madre di tutte le patologie cardiovascolari è comunque l’obesità.

Molto spesso anche questa è connessa a una scarsa attività fisica e comunque costituisce un fattore di primaria importanza in senso negativo per l’iperteso.

Anche per questa patologia, come per il fumo, i ripetuti richiami del medico curante risultano spesso inefficaci. Il problema sembra risiedere soprattutto nel riuscire a far assimilare all’obeso il piacere dello svolgere attività fisica senza cui sembra impossibile ottenere un qualsiasi risultato concreto.

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