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Siamo tutti marziani?

Arriva da un ricercatore americano la teoria secondo la quale la nascita della vita sarebbe avvenuta su Marte

 

Un celebre film uscito nel 2000, intitolato “Mission to Mars” narrava di una razza aliena antropomorfa che in tempi remoti abbandonò Marte per sfuggire a un catastrofe planetaria e lasciò traccia del suo patrimonio genetico inviando il proprio DNA sulla Terra. Naturalmente, si tratta di fantascienza, ma forse oggi disponiamo di qualche prova in più rispetto alla nostra origine “marziana”.

Pianeta RossoLa teoria secondo la quale la vita non è originaria del nostro pianeta, ma sarebbe stata portata qui attraverso meteoriti o comete non è nuova, tuttavia uno studio presentato lo scorso 29 Agosto a Firenze, nel corso dell’annuale Conferenza di geochimica Goldschmidt sostiene una tesi analoga, suggerendo che la vita sia nata su Marte, per poi essere “traslocata” sulla Terra.

Secondo Steven Benner, del Westheimer Institute for Science and Technology della Florida, una particolare forma di Molibdeno – elemento essenziale per la nascita della vita – poteva essere presente su Marte ma non sulla Terra. Come lo stesso Benner ha affermato nel corso di un’intervista rilasciata a Space.com, circa tre miliardi di anni or sono, quando le primissime forme di vita iniziarono a comparire sulla Terra, il poco ossigeno presente in quel periodo sul pianeta avrebbe consentito la formazione di ossido di Molibdeno. Tale elemento, in combinazione con il Boro (entrambi individuati su alcune rocce del pianeta rosso), avrebbe consentito la formazione dei primi composti organici e lo svilupparsi delle molecole pre-biotiche alla base della vita (RNA, Acido Ribonucleico in particolare).

Si tratta del cosiddetto “paradosso del catrame”: esposte a quantitativi eccessivi di luce o calore, le molecole organiche non formano complessi più raffinati alla base della vita, bensì dell’inerte catrame. Nello specifico, i composti del Boro presenti su Marte avrebbero consentito la formazione di anelli di carboidrati fungendo da “stampo”, mentre il molibdeno ne avrebbe facilitato la conversione in ribosio, il carboidrato indispensabile per la formazione dell’Acido Ribonucleico (RNA). Tra l’altro, sottolinea Benner, la presenza di acqua sulla Terra in quel periodo era eccessiva per permettere le giuste concentrazioni di Boro, che invece si formano nelle regioni molto aride; non va dimenticato, infatti, che la Terra era ricoperta di oceani e che l’acqua corrode l’RNA. Al contrario, Marte disponeva di quantità di acqua molto inferiori ed era ben provvisto di ossigeno: condizioni nettamente più favorevoli per la nascita della vita. 

Questo insieme di elementi suggerirebbe – secondo lo scienziato – la verosimile nascita della vita su Marte, che solo successivamente si sarebbe spostata sulla Terra, attraverso meteoriti che trasportavano microorganismi resistenti, capaci di sopravvivere a viaggi interplanetari.  La teoria,  indubbiamente  originale, ha suscitato diverse reazioni e perplessità nella comunità scientifica internazionale.

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