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Rubisco

Una proteina preziosa dall’erba medica.

L'erba medica è coltivata su circa 32 milioni di ettari in tutto il mondo e principalmente utilizzata, sottoforma di foraggio disidratato o di farina, per l'alimentazione animale.

Da qualche anno i ricercatori si interessano all'erba medica per una particolare sostanza, cosiddetta rubisco, uno dei suoi costituenti proteici.

Il rubisco o ribulosio difosfato carbossilasi/ossigenasi è, come definito dal glossario biologico della Zanichelli, "l'enzima responsabile della fissazione riduttiva dell'anidride carbonica (il carbonio nella CO2 è infatti molto ossidato, mentre il carbonio nei glucidi è ridotto) in molecole di carboidrati in quasi tutti gli organismi autotrofi. È presente in concentrazione molto elevata nello stroma dei cloroplasti delle foglie delle piante verdi". La sua è dunque una funzione indispensabile per la vita sulla Terra: si tratta infatti della molecola che crea carbonio organico a partire dall'inorganico diossido di carbonio nell'aria.

Dal momento che nei cloroplasti circa la metà di tutte le proteine sono costituite dal rubisco, ne consegue che il rubisco è anche l'enzima presente in maggiore quantità sulla superficie terrestre. piante di erba medica

Si avvicina, per composizione, alle proteine del latte e potrebbe sostituire le proteine della soia nellalimentazione umana in quanto molto più ricca in aminoacidi essenziali. La proteina possiede inoltre proprietà emulsionanti che renderebbero interessante il suo uso anche nell’industria cosmetica e dei detergenti.

L'erba medica ha le sue origini nei territori dell'Asia sud-occidentale ed è diventata una pianta coltivata oltre 2.000 anni or sono.

Arrivò in Grecia dalla Persia e successivamente in Italia nel 200 a.C circa. La sua coltivazione si estese poi in tutto il bacino mediterraneo, in Europa e nelle isole britanniche. Dalla Spagna, con le colonizzazioni, l'erba medica arrivò in Messico e di qui si diffuse a sud in Cile e Argentina e, a nord, nella zona sud-occidentale dell’America Settentrionale.

E’ grazie alle sue capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali, soprattutto come resistenza al freddo e sensibilità alla lunghezza del giorno, che l'erba medica ha trovato così ampia diffusione in tutto il mondo.

Un'ulteriore qualità del rubisco consiste proprio nel fatto di provenire dall'erba medica, che viene largamente coltivata in Europa. Per la sua origine e la sua composizione è perciò meglio identificabile rispetto alla soia che viene invece importata in grandi quantità in Europa da paesi extracomunitari (Stati Uniti, Argentina e Brasile) dove le coltivazioni sono in gran parte transgeniche (secondo i dati dell'ISAAA - International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications - la soia geneticamente modificata rappresenta oggi il 55% della produzione di soia a livello mondiale).

Dal 1997 è in atto in Francia un progetto sperimentale di ricerca denominato Fralupro, sigla con cui si indica il frazionamento del succo di erba medica per creare ingredienti proteici per l'industria alimentare e non.

Il progetto è condotto dalla cooperativa francese France Luzerne, che ha messo a punto la tecnica pilota di frazionamento della rubisco a partire dall'erba medica, e ha lo scopo di verificare se tale tecnica potrà essere applicabile su vasta scala e risulterà economicamente interessante.

La novità del procedimento consiste nell'estrarre dall'avena il succo fresco, che deve poi essere rapidamente lavorato per non andare incontro a reazioni metaboliche che ne comprometterebbero la composizione.

Relativamente facile se condotto su piccole quantità, il procedimento pone diversi problemi, come il mantenimento della temperatura e del pH ideali della massa in lavorazione, se applicato sulla produzione industriale. Si tratta di variabili legate in modo sensibile al valore della sostanza secca del vegetale, valore che a sua volta dipende dalle condizioni climatiche e dall'andamento stagionale che sino verificati durante la coltivazione. Di qui l'impossibilità di adottare delle procedure standard ma piuttosto modificabili volta per volta, secondo la qualità della materia prima.

Il procedimento è altamente innovativo perché "per la prima volta si può passare direttamente dalla pianta alla farina proteica per uso umano", come ha a suo tempo sottolineato Bernard Petin, responsabile del progetto.

Una volta collaudata la suddetta tecnica di estrazione, i tecnici si dicono sicuri che potrà essere applicata per l'estrazione di altre proteine vegetali, che potrebbero trovare utilizzo nei settori farmaceutico e cosmetico.

L'erba medica ( francese: luzerne, inglese alfalfa) appartiene alla famiglia delle Leguminose. E' una pianta erbacea perenne che raggiunge l'altezza di circa 1 metro, con foglie trifogliate e fiori di colore violetto o tendente all'azzurro.

Nella pratica agricola è considerata una coltura miglioratrice perché ha effetti positivi sulla fertilità del suolo. Le sue radici, come quelle di altre leguminose, ad esempio il trifoglio o il pisello, sono facilmente colonizzate da un batterio simbionte, il Rhizobium leguminosarum, che fissa l'azoto ambientale. I residui della coltivazione di erba medica, ricchi in azoto, servono ad innalzare il tenore di questo elemento nel terreno coltivato, aumentandone la disponibilità per la coltura seguente, come il grano.

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