La Torino museale si arricchisce di un tassello unico al mondo nel suo genere. A cento anni dalla morte dello scienziato, criminologo, Cesare Lombroso, il 27 novembre 2009, viene riaperto, completamente rinnovato il Museo, a lui intitolato, contenente una quanto mai varia collezione di reperti di antropologia criminale.
Il coordinatore del progetto di Museo dell'Uomo, del quale il Museo Lombroso fa parte, professor Giacomo Giacobini, ci tiene a sottolineare che non si tratta di un museo dell'orrore, ma che la ricchissima collezione di crani, preparati anatomici, fotografie, corpi di reato, disegni e oggetti prodotti da carcerati, qui presentata vuole accompagnare i visitatori in un percorso storico-scientifico, in grado di fornire ai visitatori gli strumenti per comprendere il contesto nel quale il Lombroso formulò le sue teorie sull'atavismo criminale, ovvero sulla presenza di caratteristiche ancestrali e ricorrenti nei soggetti che mostrano devianze comportamentali.
Egli sviluppò infatti le sue teorie nel periodo dominato dal positivismo scientifico, movimento che si diffuse in Europa nell'Ottocento, e che influenzò sia il pensiero filosofico che quello scientifico, con un modello del sapere basato su fatti piuttosto che su intuizioni irrazionali. Seguendo il principio secondo il quale l'applicazione del metodo rigoroso delle scienze deve essere allargato anche all'analisi del comportamento umano, Lombroso dedicò gran parte della sua vita allo studio dei criminali e dei pazzi.
Genio o ciarlatano? Illuminato o razzista? Le sue teorie sono state confutate, spesso con veemenza, e sono in gran parte morte con lui. Ciò non toglie che Lombroso possa comunque considerarsi come il primo antropologo-criminale della storia, egli arrivò, infatti, a interessarsi anche al modo di esprimersi dei carcerati, raccogliendo alcuni reperti decorati con scritte e disegni dei detenuti. Potremmo dunque definirlo un precursore della psicologia criminale.
Fin dal 1859, anno in cui inizia a lavorare come medico militare nell'esercito piemontese, Cesare Lombroso si dedica alla raccolta di crani, scheletri, cervelli e oggetti di vario tipo, dando vita al primo nucleo del museo privato inizialmente conservato nella sua abitazione torinese. La prima esposizione pubblica dei reperti raccolti nel corso della sua instancabile attività Lombroso la realizza nel 1884, nell'ambito dell'Esposizione Nazionale di Torino.
La successiva esposizione della raccolta lombrosiana al Congresso Penitenziario Internazionale di Roma nel 1885 risultò più ricca della precedente, anche per il notevole apporto di reperti fatti giungere da altri studiosi conquistati dalle teorie lombrosiane e che rispondevano entusiasti all'invito «a spedire per quell'epoca in Roma crani, cervelli, fotografie di criminali, di pazzi morali, di epilettici e lavori dei medesimi; carte grafiche e geografiche dell'andamento dei delitti in Europa.
L'esposizione venne riproposta, arricchita, nel 1889 in occasione del Secondo Congresso Internazionale di Antropologia criminale di Parigi. Il Museo Psichiatrico e Criminologico venne ufficialmente inaugurato a Torino nel 1892 con la dignità di strumento di ricerca scientifica.
Nel 1909, con la morte di Cesare Lombroso, il museo accolse alcuni resti della sua salma: lo scheletro, il volto, il cervello e le visceri. La morte dell'antropologo, però, segnerà anche una fase di declino del museo, fino a che, superato il periodo della guerra, nel 1948 il museo venne trasferito nei locali appositamente costruiti per l'Istituto di Medicina Legale.
Tra i pezzi da non perdere nel moderno riallestimento del Museo segnaliamo il cranio del brigante calabrese Giuseppe Vilella, celebre perché proprio in questo cranio, nel 1870, lo studioso riconobbe alcune forme somatiche ancestrali che lo portarono a giungere alla conclusione che esiste la tipologia dell'"uomo delinquente", e che la si può riconoscere attraverso specifiche caratteristiche somatiche. Troviamo anche la forca di Torino, in funzione sino al 1865, data dell’ultima impiccagione, e i paramenti di Cervo Bianco, celebre impostore che incantò l’Europa raccontando d’essere una gran capo indiano.
Un museo, insomma, pieno di oggetti e di storia, che garantisce ai visitatori un arricchimento culturale con un pizzico di horror.
Il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso sarà aperto al pubblico dal 27 novembre 2009 a Torino, in via Pietro Giuria 15, http://www.museounito.it/lombroso/