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Quando una farfalla imita una formica

Le formiche regine emettono suoni peculiari che sono imitati da una farfalla parassita.

Grazie all’emissione di suoni simili a quelli prodotti dalle formiche regine, alcune larve di farfalla riescono ad assicurarsi le cure che le operaie destinano alle loro regine. L'ingegnoso meccanismo è stato scoperto da Francesca Barbero e Simona Bonelli con il prof. Emilio Balletto del Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo di Torino, in collaborazione con alcuni colleghi inglesi. La ricerca è stata recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Science.

Farfalla maculinea Le farfalle del genere Maculinea necessitano, per portare a compimento il loro ciclo biologico, della presenza delle formiche del genere Myrmica. Il loro bruco abbandona la pianta di cui si è cibato per le prime due settimane di vita calandosi con un filo di seta a terra, ove attende immobile l’arrivo di una formica del genere Myrmica. L’operaia ingannata dal bruco, che secerne sostante chimiche simili a quelle prodotte dalle larve di formica, lo afferra e lo trasporta rapida nel nido.

Eluse in tale astuta maniera le barriere erette a difesa del formicaio, la larva di farfalla deve, a questo stadio, integrarsi nella colonia ospite al fine di essere da questa trattata come un vero e proprio membro, ossia nutrita e curata. Ed è a questo punto che entrano in gioco le stridulazioni prodotte sia dalle larve sia dalle pupe della farfalla parassita registrate dai ricercatori torinesi con un sofisticato microfono appositamente costruito. Infatti benché la penetrazione e l’integrazione nella colonia siano, senza dubbio, mediate da segnali di tipo chimico, è verosimile che il parassita, proprio grazie alla capacità di emettere suoni affini alle vibrazioni delle regine, riesca ad acquisire un rango elevato nella gerarchia del formicaio.

Formica Myrmica - In effetti i bruchi di M. rebeli vengono trattati dalle operaie con attenzioni degne di un re: ricevono, per trofallassi, una maggior quantità di cibo rispetto alle larve di formica e in caso di pericolo vengono tratti in salvo per primi. Nel nido, al sicuro dai predatori, in un ambiente a clima pressoché costante e con cibo in abbondanza, il bruco trascorre una decina di mesi, quelli che ne precedono l’impupamento e successivamente lo sfarfallamento come forma adulta. L’unico stadio di sviluppo del lepidottero che conduce vita libera è infatti la farfalla, di piccole dimensioni e dal colore azzurro.

I ricercatori del Dipartimento di Biologia animale e dell’Uomo suggeriscono che anche altri parassiti sociali legati alle formiche possano attuare un meccanismo acustico simile per sopravvivere all’interno di un fortezza, il nido, così ben congeniata e strenuamente difesa.