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Progetto ALIAS: quattro conti per invecchiare meglio

Grazie a una collaborazione scientifica tra Italia e Giappone si cercano nuovi percorsi per migliorare la qualità della vita delle persone anziane.

Affrontare la decadenza mentale senza, o perlomeno riducendo, l'ausilio dei farmaci: questo l'ambizioso obiettivo del Progetto ALIAS - logoprogetto ALIAS (ALta formazione, Internazionalizzazione nell’Ageing Society), coordinato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia e l’Università di Tokyo, e sostenuto da Fondazione Cariplo.  Dalla mobilità alla qualità della vita, il Progetto Alias dell’Università di Milano-Bicocca disegna la governance per la gestione della società che invecchia.

Entro il 2020, il numero delle persone con più di 65 anni supererà nel mondo quello dei bambini con meno di 5 anni, mentre entro il 2040 quello delle persone con più di 80 anni sarà cresciuto del 233 per cento. In Italia nel 2040 il 32,6 per cento della popolazione avrà più di 65 anni, il 10,4 per cento più di 80.

E' questo lo scenario entro il quale nasce e si sviluppa il progetto ALIAS, grazie  a una collaborazione scientifica sull’asse Giappone-Italia, Paesi caratterizzati da dinamiche di invecchiamento molto simili. 

Progetto ALIAS - brain trainingPer illustrare le linee di programma e le iniziative previste dal progetto, si è svolto di recente un incontro all'Università di Milano-Bicocca nel corso del quale i ricercatori hanno tracciato alcuni percorsi innovativi per migliorare la qualità della vita delle persone anziane: dalla limitazione della decadenza mentale al miglioramento della mobilità. 

Secondo Ryuta Kawashima, neuro-scienziato giapponese che coopera, bastano carta, penna e operazioni matematiche per mantenere un cervello in buona forma. Del resto è proprio lui l'ideatore del videogioco “Brain Training” per la Nintendo che tanto successo ha raccolto in tutto il mondo.

La “Learning therapy for the senile dementia” – ha spiegato Kawashima nel corso del suo intervento  - è una risposta al problema del decadimento delle capacità cognitive degli anziani. Si tratta di un percorso di formazione, ormai somministrato a più di diecimila persone in Giappone, solo lo scorso mese sono stati in 15 mila a partecipare. È basato su  semplici operazioni con i numeri fatte con carta, matita, lettura ad alta voce e interazione verbale con un allenatore.

Progetto ALIAS - KawashimaL’effetto ottenuto è quello di mantenere in esercizio e migliorare la funzione pre-frontale, compresa quella cognitiva, la capacità di comunicazione e d’indipendenza. L’efficacia di questo trattamento, che non prevede l’uso di farmaci, è confermata su pazienti giapponesi affetti da demenza senile, sui quali ha agito come sistema di riabilitazione cognitiva permettendo una riduzione del carico assistenziale e quindi del relativo costo sociale a carico del sistema sanitario nazionale.

Anche in Italia le conseguenze del progressivo invecchiamento globale della popolazione – ha sottolineato nel corso del suo intervento la professoressa Stefania Bandini, ordinario di Intelligenza artificiale nel Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano-Bicocca e coordinatrice del Progetto Alias - sono importanti soprattutto in termini di aumento della spesa pubblica e della contemporanea contrazione della crescita economica, dovuta alla diminuzione del numero di lavoratori e al rallentamento del risparmio.

Tra gli altri argomenti affrontati, il miglioramento della mobilità pedonale urbana degli anziani. La mobilità urbana e la Progetto ALIAS - anziani con computercreazione di servizi di trasporto e intrattenimento – ha detto Katsuhiro Nishinari,  tra i maggiori esperti internazionali di traffico veicolare e pedonale - costituiscono un altro aspetto fondamentale dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione dell’anziano nella vita sociale cittadina.

L’Università di Tokyo e di Milano-Bicocca hanno aperto un fronte comune di ricerca innovativa in questa direzione mediante lo sviluppo di piattaforme di simulazione del comportamento pedonale dell’anziano al fine di creare nuovi e migliori i servizi. Sono stati condotti esperimenti sul campo in Italia, Giappone, Germania e India “calando” le persone anziane nei flussi di folla urbani e misurato il miglioramento della loro mobilità grazie al posizionamento di dispositivi come spartitraffico pedonali lungo i percorsi.

Diventa sempre più chiaro che, a seguito del progressivo aumento dell'età media di uomini e donne, lo studio di sistemi di miglioramento della qualità di vita delle persone anziane sarà uno dei principali focus della ricerca degli anni a venire.

 

 

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