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Primo Premio Nazionale Vittorio Alfieri

Assegnato a Milano il primo Premio nazionale “Vittorio Alfieri” sulla terapia innovativa dei tumori all'Ematologia Universitarià di Torino

Sabato 24 novembre 2007 presso il Circolo della Stampa di Milano, si è tenuta la XV^ edizione del Premio nazionale finalizzato alla lotta contro i tumori, con l'assegnazione dei primi Premi nazionali “Vittorio Alfieri” sulla Terapia innovativa dei tumori.

In occasione del XV° anno la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Asti, congiuntamente con la Banca Popolare di Milano e la Lega Italiana contro i Tumori – sezione di Asti, hanno deciso di assegnare 4 Premi ad altrettanti “Centri di ricerca” italiani, che si sono maggiormente distinti negli ultimi 15-20 anni per gli avanzamenti apportati alla “terapia dei tumori umani” e che hanno ideato e sviluppato strategie terapeutiche originali, innovative e rivoluzionarie in oncologia umana.

L'Ematologia universitaria dell'ospedale Molinette di Torino si è aggiudicata ben due premi in due ambiti diversi. Sono stati premiati il professor Mario Boccadoroboccadoro ed il professor Corrado Tarellatarella , in rappresentanza dell'Azienda San Giovanni Battista di Torino, che si sono distinti per la terapia del mieloma multiplo e dei linfomi non-Hodgkin. Il mieloma multiplo rappresenta un ottimo esempio di come i nuovi farmaci abbiano permesso di cambiare la storia naturale della malattia. Oggi si raggiungono percentuali di risposta dell'80%, con un 30-40% di remissione completa. “Recentemente sono state introdotte molecole che si sono dimostrate molto attive in pazienti in fase di ricaduta – spiega il prof. Boccadoro – molecole che il nostro Centro ha contribuito a sviluppare. E' stato dimostrato che esiste una sinergia tra questi nuovi farmaci e la “vecchia” chemioterapia convenzionale: nuovo e vecchio insieme sono in grado di migliorare nettamente la risposta alla terapia e la sopravvivenza dei pazienti. Sono state anche applicate con grande successo nuove procedure di trapianto allogenico non mielo – ablativo, molto meno tossico e maggiormente efficace”. Anche i linfomi hanno fortunatamente conosciuto un crollo verticale della mortalità: “Grazie soprattutto a una serie di significativi passi avanti, più che di un singolo grande balzo – spiega il prof. Tarella - : tra questi, alcuni nuovi farmaci, come gli anticorpi monoclonali, una radioterapia più efficace e meno tossica, e soprattutto un impiego ottimale dei farmaci a disposizione”.

Torino e l’istituto Nazionale dei Tumori hanno per primi identificato il ruolo delle cellule staminali circolanti, che hanno permesso di abbattere drasticamente la mortalità da autotrapianto. Nei cosiddetti linfomi B ad alto grado, le sopravvivenze sono molto aumentate. Addirittura nei linfomi follicolari avanzati, finora considerati inguaribili, sono state ottenute lunghe sopravvivenze senza segni di ricaduta”.

Sono stati premiati anche il professor Umberto Veronesi, in rappresentanza dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, che si è distinto per la cura dei tumori della mammella; il professor Alessandro Massimo Gianni, in rappresentanza dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che si è distinto per gli approcci innovativi al trapianto allogenico di progenitori emopoietici; ed infine il professor Massimo Martelli, in rappresentanza dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, che si è distinto per la terapia dei linfomi non-Hodgkin.

L'identificazione di questi Centri di ricerca è derivata dalla rilevanza dei risultati ottenuti, valutata anche con parametri obiettivi, quali “impact factor” (indica quante volte una rivista scientifica è citata) citation index (quante volte un articolo di un autore è citato) dei lavori scientifici prodotti. In particolare i Centri si sono distinti per nuovi razionali clinico – biologici e conseguente elaborazione di strategie e protocolli terapeutici innovativi, altamente efficaci e riconosciuti a livello internazionale.

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