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Primo Levi: l'alchimia della sua scrittura

Vent'anni fa moriva Primo Levi scrittore torinese celebre in tutto il mondo, il cui vero lavoro però, come non tutti sanno, era tra gli alambicchi di un laboratorio di chimica.

Primo Levi: ritratto In occasione del ventennale della morte, la Città di Torino e la Regione Piemonte ricordano la figura e l'opera di Primo Levi con diverse iniziative. Le più rilevanti sono: la mostra "Primo Levi. I giorni e le opere" presso il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e, l'inaugurazione della nuova Biblioteca Civica di via Leoncavallo 17 nella Circoscrizione 6, intitolata alla sua memoria.

Nato nel 1919 a Torino, sempre in questa città Levi studiò e si laureò in chimica. Nel 1943 visse la terribile esperienza della deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz che gli ispirò i suoi più famosi romanzi, "Se questo è un uomo", "La tregua", "I sommersi e salvati". Ma Levi si ispirò anche alla sua professione di chimico per i racconti fantascientifici di "Storie naturali" (1966) e "Vizio di forma" (1971), nonché il romanzo "Il sistema periodico" (1975) in cui ciascuno dei 21 capitoli è intitolato ad un elemento chimico e riprende un episodio autobiografico.

L'intitolazione della nuova Biblioteca Civica di via Leoncavallo 17 a Primo Levi è un omaggio, un segno duraturo che la Città offre all'autore di un romanzo come "La Chiave a stella", opera ambientata nel mondo della Biblioteca Primo Levi - Torino fabbrica, del lavoro duro, un richiamo quasi al precedente utilizzo dell'edificio, sede degli uffici della CEAT GOMMA e al mestiere di chimico che lo scrittore svolse per molti anni.

La mostra, aperta dal 18 aprile al 14 ottobre 2007, descrive - attraverso fotografie, immagini video e riproduzioni di documenti - le diverse sfaccettature della personalità di Primo Levi: intellettuale, scrittore, chimico e testimone.

Ci aiuta a comprendere come grazie alla sua scrittura asciutta, senza fronzoli, da uomo di scienza, la testimonianza che ci ha tramandato ci sia giunta con quell'autenticità che oggi tutti gli riconosciamo. Numerosi documenti presenti nella mostra rimettono in luce la sua figura di uomo pubblico, di opinionista a «La Stampa», di drammaturgo che adattò "Se questo è un uomo" per il teatro seguendone le rappresentazioni in giro per l'Italia, di uomo di radio e di televisione, di scrittore riconosciuto con diversi premi e, poco prima della sua morte, interpellato per il Nobel.

Non mancano i riferimenti alla sua professione di chimico: non si potrebbe avvicinare Levi scrittore, intellettuale e testimone senza ricordare quanto la chimica abbia contato per lui.

Primo Levi: Se questo è un uomo. Un contributo originale viene grazie all'apporto della Fondazione del Teatro Stabile, che ha prodotto un video/documentario sulla rappresentazione teatrale di "Se questo è un uomo" che avvenne durante la stagione 1966/67, diretta da Gianfranco De Bosio e Nuccio Messina e curata dallo stesso Primo Levi. Attraverso i documenti originali dell'epoca e la collaborazione diretta dei protagonisti di allora, si vuole dare spazio ad un evento assai poco conosciuto, che fu dal punto di vista artistico un esempio pilota per molti lavori successivi.

La mostra, curata da Philippe Mesnard, docente all'Università di Paris VII, Denis - Diderot e da Carlo Saletti, ricercatore e regista, è realizzata e prodotta dal Centre d'Histoire de la Résistance et de la Déportation di Lione, ha ottenuto il sostegno della Comunità Europea. Sono previste visite e laboratori per le scuole.

Informazioni pratiche

per la biblioteca: http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche

per la mostra: http://www.museodiffusotorino.it

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