E' stato pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nature lo studio che il professor Matteo Iannacone della Harvard Medical School e il Prof. Luca Guidotti al San Raffaele di Milano hanno condotto sui virus neurotropici, quei virus che hanno la capacità di raggiungere il cervello e causare encefaliti o meningiti. L'attenzione si è focalizzata su come questi virus raggiungano il sistema nervoso centrale e soprattutto su quali sono i “posti di blocco” messi in atto dal nostro organismo.
Normalmente i virus penetrano nell'organismo attraverso la cute o le membrane mucose e possono invadere l'intero organismo. Prima di raggiungere la circolazione sistemica devono però passare attraverso i linfonodi, piccoli aggregati di linfociti e altre cellule del sistema immunitario disposti a intervalli lungo il decorso dei vasi linfatici. Questi organi hanno l'importante funzione di prevenire la diffusione sistemica dei microorganismi e di creare il microambiente necessario per lo sviluppo di risposte immunitarie specifiche per combattere un'infezione in atto.
Lo studio, utilizzando il virus della stomatite vescicolare, attraverso tecnologie d’avanguardia come la microscopia intravitale multifotone, ha ricostruito tutti i passaggi dall’ingresso del virus nell’organismo all’invasione del sistema nervoso centrale.
I virus neurotropici, di solito trasmessi da insetti che depositano i virioni sottocute, entrano nei vasi linfatici locali e sono trasportati ai linfonodi drenanti: qui vengono catturati da una popolazione specializzata di cellule, i macrofagi del seno sottocapsulare, che ne impedisce la diffusione al resto dell’organismo. I macrofagi però vengono infettati, utilizzati dal virus per riprodursi ed infine uccisi. Prima di morire queste cellule secernono interferone alfa, una citochina dotata di attività antivirale, che agisce a livello locale, impedendo ai nervi presenti nel linfonodo di venire infettati. Solo se il virus riesce a eliminare questa popolazione di macrofagi o a neutralizzare l’interferone alfa, riesce anche ad invadere il sistema nervoso centrale con conseguenze devastanti per l’ospite.
L’importanza di questo studio risiede nella dimostrazione che i linfonodi sono riccamente innervati, che alcuni virus possono usare questa caratteristica anatomica a loro vantaggio (utilizzandoli per raggiungere il sistema nervoso centrale) e che una popolazione di cellule linfonodali - i macrofagi del seno sottocapsulare - normalmente impedisce che questo avvenga grazie alla produzione d’interferone alfa.