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Poesie sul Big Bang

Quattro poesie sull'origine dell'universo, tutte giocate sulla contrapposizione (vera? Presunta?) tra verità scientifica e verità del sentimento dell'uomo. Due verità in una mente sola.

Big bang o altro

Mi pare strano che l'universo

sia nato da un'esplosione,

mi pare strano che si tratti invece

del formicolìo di una stagnazione

Ancora più incredibile che sia uscito

dalla bacchetta magica

di un dio che abbia caratteri

spaventosamente antropomorfici.

Ma come si può pensare che tale macchinazione

sia posta a carico di chi sarà vivente,

ladro e assassino fin che si vuole ma

sempre innocente?

[Tutte le poesie - Oscar Mondadori - pag. 545. Sez. Quaderno di quattro anni, 24.12.1974]

Se l'universo nacque

Se l'universo nacque

da una zuffa di gas

zuffa non zuppa allora

com'è possibile, come...

ma qui gli cadde di mano

quella penna di cigno

che seppure in ritardo

si addice ancora a un bardo

[Altri versi, 683]

Il grande scoppio iniziale

Il grande scoppio iniziale

non dette origine a nulla di concreto.

Una spruzzaglia di pianeti e stelle,

qualche fiammifero acceso nell'eterno buio?

L'Artefice era a corto di argomenti?

C'è chi lo pensa e non lo dice,

c'è chi pensa che il pensiero non esiste.

E che più? Forse l'Artefice pensa

che gli abbiamo giocato un brutto tiro.

[Tutte le poesie - Oscar Mondadori - pag. 677. Altri versi, data incerta: 1979?]

Il big bang dovette produrre

Il big bang dovette produrre

un rombo spaventoso e anche inaudito perché non esistevano orecchie.

Queste giunsero solo

dopo milioni di millenni.

Verità indiscutibile

che ci riempie di letizia

fatta eccezione per te mia capinera

che avevi stretto col tempo

un patto d'inamicizia

e l'hai rispettato perché forse

ne valeva la pena – chi può dirlo?

[Altri versi, 661. 1979?]

Selezione a cura di Stefano Sandrelli

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