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Olimpiadi: che aria tira a Pechino?

Da cinque anni il Cnr italiano sta lavorando al miglioramento della qualità dell’aria di Pechino in vista dei Giochi. Il punto della situazione in un convegno a Roma, cui ha partecipato anche una delegazione cinese

Olimpiadi Pechino logo Gli allarmi in vista delle Olimpiadi di Pechino si affastellano a ritmo quotidiano. Buon’ultima l’emergenza cavallette, che a milioni si sono riversate nella Mongolia interna e ora puntano sulla capitale: tra gli sciami di insetti e Pechino sono rimasti appena 430 km di distanza. La battaglia si annuncia difficile: 33 mila persone sono state armate con duecento tonnellate di pesticidi, centomila vaporizzatori e quattro aeroplani.

L’invasione degli insetti non è direttamente riconducibile ai gravi problemi ambientali della Cina, ma va messa comunque in relazione ai sempre più frequenti capricci del clima. E alle anomalie del tempo è attribuibile anche il secondo grattacapo che in questi giorni tormenta gli organizzatori dei Giochi: il caldo superiore alle medie, combinato con le forti piogge, ha innescato una proliferazione di alghe nello specchio d'acqua antistante Quingdao, la città costiera scelta come sede per le gare di vela. Al momento 4 mila persone sono impegnate a ripulire il campo di regata dalla massa di piante, che ha colorato il mare di un inquietante verde smeraldo.

L’interesse per i Giochi olimpici in Cina va chiaramente oltre la normale vigilanza sulle prestazioni degli atleti e coinvolge aspetti di primaria importanza per lo sviluppo di un Paese che ospita un quarto della popolazione mondiale. La comunità internazionale spera che la celebrazione delle Olimpiadi induca il governo cinese a cambiare atteggiamento e a tenere in maggior conto i problemi che contraddistinguono le società più sviluppate. La protezione ambientale è un esempio centrale e indicativo.

Il 4 giugno, al Castello Orsini di Nerola (Rm), un convegno promosso dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, impegnato fin dal 2003 nel processo di miglioramento della qualità dell’aria in Cina, ha fatto il punto della situazione e ha stilato un primo bilancio dei risultati ottenuti attraverso l’adozione in loco di misure straordinarie contro le emissioni nocive. All’incontro su «Air quality management for hallmark events: challenge and achievements of the forthcoming Beijing 2008 Olympics» erano presenti, tra gli altri, sedici rappresentanti delle istituzioni cinesi, guidati da Shi Anhanmin, direttore generale dell’Agenzia per l’ambiente della municipalità di Pechino.

stadio olimpico pechino Che aria si respirerà, dunque, alle Olimpiadi? Risponde Ivo Allegrini, direttore dell'Iia a Montelibretti (Rm): «Pechino è una città dalle caratteristiche peculiari in fatto di inquinamento atmosferico. Sorge su una pianura circondata da montagne da un lato e vicina al mare nella parte orientale. La localizzazione geografica comporta dinamiche simili a quelle sperimentate nella Val Padana, dove spesso hanno luogo forti inversioni termiche invernali. Inoltre le emissioni della città e delle province limitrofe si mescolano, causando un’alta concentrazione di inquinanti primari e secondari, legati ai trasporti e alle attività industriali».

Le analisi sulla qualità complessiva dell’aria nell’area olimpica sono comunque positive: «Grandi sforzi sono stati rivolti al controllo delle industrie locali, con la chiusura di quelle più inquinanti e verifiche rigorose in altri grandi impianti», sostiene Allegrini. «Inoltre i limiti imposti negli ultimi cinque anni all’inquinamento veicolare hanno portato lo standard delle auto a un livello paragonabile a quello stabilito dalle norme “euro 4”. Il risultato è che, malgrado il traffico sia aumentato di almeno tre volte nello stesso arco di tempo, le emissioni si sono mantenute costanti».

L’analisi dei risultati preliminari delle campagne di monitoraggio che il Cnr ha condotto insieme agli esperti cinesi nel corso del 2007 e lo studio dei dati messi a disposizione dalla municipalità di Pechino suggeriscono che l’inquinamento nell’area della capitale è notevolmente diminuito: «La concentrazione di anidride solforosa (SO2) si è ridotta costantemente, e ora è sotto i 60 microgrammi per metro cubo, livello considerato non nocivo», spiega il direttore dell’Iia. «E poiché l’anidride solforosa è associata alle emissioni di industrie e alla produzione di energia, il suo calo è il miglior indicatore del successo delle misure di controllo sulle fonti fisse di inquinanti».

Il biossido di azoto ha mostrato, invece, nel corso degli ultimi sei anni concentrazioni costanti di 70 microgrammi per metro cubo: lo standard raccomandato dall’Oms è di 40 microgrammi. «Questi livelli sono però anche tipici di città italiane, dove lo standard dovrebbe essere raggiunto intorno al 2010», puntualizza Allegrini. Non sono stati, invece, superati i limiti per il biossido di azoto, fissati dall’Oms in 200 microgrammi per metro cubo.

traffico pechino Più complessa la situazione delle polveri sottili, perché legata a fonti differenti. «Stime recenti mostrano che il traffico veicolare contribuisce per circa il 25% nell’area urbana di Pechino; circa il 35% va imputato alle industrie, mentre il restante 35% è associato a polveri naturali (tempeste di sabbia, attività edilizie e ritorno in sospensione della polvere)», spiega ancora il ricercatore. «Le stesse percentuali sono state rilevate in numerose città italiane, a indicare che i processi di inquinamento sono simili. Gli attuali livelli di polveri sottili a Pechino sono nell’ordine di 150 microgrammi per metro cubo, con una previsione di concentrazione stabile per i prossimi cinque-sei anni. Si presume che nel giro di poco tempo queste quantità si stabilizzeranno o addirittura si ridurranno (nonostante il notevole sviluppo socio-economico in corso), grazie al miglior controllo sulle fonti mobili (auto) e fisse (industrie)».

«Si può dire che l’obiettivo di un migliore controllo dell’inquinamento nell’area di Pechino sia stato raggiunto, dando risultati talvolta superiori a quelli ottenuti in precedenti città olimpiche», conclude Allegrini. «Si prevede che ad agosto, quando si svolgeranno le gare, l’indice dell’inquinamento medio giornaliero sarà al di sotto di quanto concordato con le agenzie internazionali responsabili della manifestazione. Le misure di contenimento fin qui realizzate verranno comunque rinforzate nel corso delle competizioni, anche attraverso il rigoroso controllo del traffico, che durante la sperimentazione di agosto 2007 ha portato a una riduzione dell’inquinamento del 15-20% circa».

L’ulteriore buona notizia è che le azioni intraprese saranno mantenute dopo i Giochi olimpici. L’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr continuerà ad assistere la municipalità di Pechino tramite monitoraggio, modeling e gestione delle iniziative di contenimento. L’obiettivo dell’Iia è migliorare le conoscenze di base e acquisire esperienze che potranno tornare utili anche per le città europee.

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