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Nanoparticelle "squalo" all'attacco del cancro

Grazie ai loro studi sulle nanoparticelle squaleniche, di recente ad Amsterdam, due ricercatori dell’Università di Torino, il prof. Luigi Cattel e la dott.ssa Barbara Stella, insieme con i colleghi dell’Université Paris Sud, il prof. Patrick Couvreur e la prof.ssa Véronique Rosilio, sono stati insigniti dello European Inventor Award nella categoria “Ricerca” da parte dello European Patent Office.

L’invenzione, che si è meritata il prestigioso Premio Europeo, riguarda le nanoparticelle squaleniche ad Stella, Cattel - European Inventor Award 2013azione antitumorale selettiva (oggetto di un brevetto esteso a livello mondiale grazie all'apporto economico del CNRS francese).

E’ il frutto di un lavoro di ricerca iniziato nel 1997 da una collaborazione fra i gruppi del prof. Cattel, dell'Università torinese, e del prof. Couvreur. Il team italiano ha lavorato per moltissimi anni sullo squalene; questo precursore del colesterolo è una molecola essenziale per la vita di tutti gli organismi e deve il suo nome al fatto che è abbondante nell’olio di fegato di squalo.

E’ una molecola prebiotica probabilmente presente circa un miliardo di anni fa sulla Terra, da cui si svilupparono successivamente alcune molecole complesse. L'invenzione nasce in Italia dall’analisi delle proprietà dello squalene, che spontaneamente in acqua tende ad assumere una conformazione compatta.

Dall’osservazione di questo fenomeno è scaturita l’intuizione alla base dell’invenzione: nei laboratori di Torino lo squalene è stato legato a diversi farmaci ad azione antitumorale, ottenendo dei derivati che conservano la capacità dello squalene di compattarsi in acqua, formando nanoparticelle, ossia piccolissime strutture sferiche (con dimensioni di circa 100 nanometri, 70 volte più piccole di un globulo rosso) capaci di trasportare il farmaco. Grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca francese le nanoparticelle squaleniche sono state studiate e sviluppate.

Nanoparticelle squalenicheLe molecole ottenute (testate finora solo su modelli animali) hanno mostrato un’attività selettiva verso il tumore rispetto ai tessuti sani, soprattutto nella terapia del tumore del pancreas. Questo risultato incoraggiante, se confermato dagli studi sull’uomo, permetterà di diminuire l’incidenza e il grado degli effetti collaterali della chemioterapia che ha un forte impatto sulla qualità di vita dei malati.

Attualmente il team franco-italiano sta lavorando, in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, per aumentare ulteriormente l’attività e la selettività d’azione delle nanoparticelle squaleniche. In futuro questa tecnica potrà essere applicata anche a molecole con struttura ed attività diverse, ad esempio in campo diagnostico.

Per maggiori informazioni:

http://www.epo.org/learning-events/european-inventor.html

http://www.epo.org/learning-events/european-inventor/finalists/2013/couvreur/feature.html

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