Il medico digitalizzato appare colui che meglio può rispondere alle esigente dei pazienti di oggi che si informano sempre di più grazie al web e i nuovi canali di comunicazione. Sono questi alcuni dei dati emersi da una ricerca Eurisko (Istituto di ricerche sul consumatore) presentata di recente a Roma in occasione del lancio della nuova versione di Univadis, il portale realizzato dalla casa farmaceutica MSD Italia per medici e farmacisti.
Dalla ricerca emerge che oltre il 90% dei medici italiani ha ed usa un computer, fisso o portatile, circa il 57% uno smartphone e 1 su 3 possiede un tablet. Il web insomma rappresenta ormai a tutti gli effetti il nuovo terreno della comunicazione sulla salute.
Il giudizio dei medici sulle informazioni disponibili in rete è sostanzialmente positivo: il 53% afferma infatti di riuscire a trovare tutto il materiale di cui ha bisogno soprattutto sui siti delle società scientifiche e su quelli realizzati dalle aziende farmaceutiche. Secondo Eurisko circa il 50% dei medici intervistati cita Univadis come uno dei siti cui si collega con frequenza.
Inoltre, come spiega Andrea Boaretto, Docente di marketing multicanale, MIP (School of Management) Politecnico di Milano, i dati dell’Osservatorio Multicanalità parlano chiaro gli italiani amano l’informazione digitale: nel 2012 il 53% della popolazione sopra i 14 anni si è informata consultando diversi canali: da quelli tradizionali, come i punti vendita o i volantini, a quelli di nuova generazione, usando il computer, i tablet e i telefoni cellulari. Si può dunque affermare che l’utilizzo di canali diversi è ormai un fenomeno di massa. Ovviamente esistono nella popolazione delle differenze legate all’età: i giovani, i cosiddetti nativi digitali hanno un grado di familiarità con smartphone e tablet molto più alto delle altre fasce d’età, definite immigrati digitali.
Sulla base di questi dati risulta chiaro che sempre più spesso il paziente arriva dal medico già informato. O meglio, sulla base dei sintomi che ha o di una diagnosi fornita da un esame clinico, ha già cercato informazioni attraverso internet sulla patologia e la possibilità di terapie e trattamenti. E’ il fenomeno che a livello internazionale si definisce con “patient empowerment” cioè del potere e della consapevolezza che il paziente acquisisce nella tutela della sua salute.
Risulta quindi fondamentale guidare i pazienti nella ricerca di informazioni di qualità. Qui entra in gioco il medico che, se è in grado di indicare quali sono le fonti attendibili o se magari ha un sito internet personale, è più probabile che possa instaurare un confronto con il paziente. Un’opportunità non banale di migliorare il dialogo fra medico e paziente.
In generale, le piattaforme web offrono grandi opportunità nella vita professionale dei medici. In particolare, nel caso di Univadis, sostiene Paolo Spriano, Segretario della Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale (SNAMID), ci si trova di fronte ad un contesto web strutturato, con informazioni, documenti e strumenti di utilità. Univadis si avvale della collaborazione di case editrici internazionali (come The Lancet, Jama e BMJ) per fornire, anche con una traduzione italiana, i principali studi scientifici pubblicati. Il portale, presente in 40 paesi nel mondo, tradotto in 17 lingue, in Italia vanta centotrentamila iscritti con una presenza mensile di circa quarantacinquemila utenti attivi. Tra i servizi più interessanti, "docvadis" che consente agli utenti di creare un proprio sito professionale, individuale o di gruppo. È inoltre possibile creare o scaricare dalla biblioteca presente, documenti da condividere con i pazienti per aiutarli a gestire le loro patologie.
Se i medici hanno a disposizione piattaforme internet che li aiutano sul doppio binario della professionalità e del dialogo coi pazienti, le ricadute sul sistema sanitario nazionale non possono che essere positive sia in termini di soddisfazione dei cittadini che di appropriatezza della cura.