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MARS-500:l'uomo alla conquista del pianeta rosso

E' terminata la missione Mars-500, la più lunga simulazione mai effettuata prima di un viaggio su suolo marziano.

 

E' felicemente rientrata alla base, dopo 520 giorni trascorsi nello spazio, la prima missione con equipaggio umano ad aver raggiunto Marte.  E' tutto vero, ma virtuale!

Mars-500  è, infatti, un esperimento condotto a terra con l'obiettivo di simulare nel modo più accurato possibile le condizioni di un reale viaggio verso Marte. E' frutto di una collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l'Agenzia Spaziale Russa.

Equipaggio della missione Mars-500La missione, a cui hanno partecipato sei astronauti, tra cui uno cinese, uno russo e uno italiano, si è svolta all'interno di un'astronave simulata, posta nei locali dell' Institute of Biomedical Problems (IBMP) dell'Accademia Russa delle Scienze, a Mosca.

Obiettivo dell'esperimento è stato di raccogliere dati che potranno essere utili per mettere a punto una futura reale missione spaziale umana verso Marte. Sono stati studiati specialmente gli effetti biomedici e psicologici indotti in persone costrette a vivere per un lungo periodo in un ambiente isolato e ristretto. Durante la missione sono stati monitorati i valori di stress, le regolazioni ormonali e le risposte del sistema immunitario, la qualità del sonno e il tono dell'umore.

L'esperimento Mars-500, protrattosi per una durata complessiva di 520 giorni, ha avuto inizio il 3 giugno 2010 e si è concluso il 4 novembre 2011 con la simulazione del viaggio di ritorno nei moduli ermeticamente chiusi. I 520 giorni di clausura sono serviti a simulare il tempo necessario per raggiungere Marte, quasi 250 giorni, per poi passare un mese di esperienza sul Pianeta Rosso, e quindi fare ritorno sulla Terra.

La missione è stata suddivisa in tre fasi distinte. Durante ogni fase un gruppo di volontari, opportunamente selezionati dalle agenzie spaziali europea e russa, ha vissuto e lavorato in un ambiente isolato dal mondo esterno. L'aspetto “ambientale” è stato cruciale ed è stato tenuto in alta considerazione dagli studiosi.

Mars-500 abitacoloLa “casa”, composta da quattro ambienti connessi fra loro, ricorda l’aspetto degli ambienti della Stazione Spaziale Internazionale. Il volume abitabile complessivo era  equivalente al volume di un appartamento di 150 metri quadrati. L'ambiente principale era costituito dal modulo abitativo, un cilindro di circa 20 metri per una base di diametro 3,6 metri, che è stato suddiviso in sei stanze individuali, un ambiente comune, la cucina, il bagno e il centro di controllo.

Erano presenti inoltre altri due moduli che sono stati usati per simulare specifiche fasi del viaggio: il simulatore di atterraggio, che è servito a simulare la fase di orbita intorno a Marte, durata circa 30 giorni, attrezzato per alloggiare solo 3 membri dell'equipaggio. Un ambiente decisamente più grande degli altri due e di geometria diversa, molto più alto e largo, era il simulatore della superficie marziana, che è stato utilizzato per realizzare una “escursione” quanto più possibile realistica sul pianeta rosso.

Connesso al modulo principale si trovava anche il modulo medico: provvisto dei servizi principali e soprattutto attrezzato con due postazioni per le analisi mediche e per i servizi di telemedicina. L’aspetto medico, studiato con attenzione dai ricercatori, è stato molto importante per questa missione: un medico a bordo e competenze generali di medicina saranno necessari in una reale spedizione su Marte, ma si dovrà anche tener conto che alcune analisi potranno essere effettuate in remoto, con strumenti che esaminano il paziente e poi trasmettono i dati a terra, per esempio, ma anche con collegamenti video ad alta definizione, quando possibile, per stabilire un contatto visivo.

Missione Mars 500Con molta attenzione si è guardato all'aspetto dell'alimentazione, sia per il ruolo di socializzazione che ha svolto tra i partecipanti, sia per la soddisfazione personale. In particolare, è stato considerato positivo il fatto che ogni giorno l'equipaggio sia stato in grado di assaporare qualche verdura o frutta fresca prodotta nella serra.

Un altro aspetto che è stato tenuto in considerazione con estrema attenzione riguarda il ritmo veglia-sonno; poiché, essendo completamente sconnessi dal ciclo naturale notte-giorno, ciascuno dei membri dell'equipaggio ha  adattato il proprio ritmo al suo organismo. In generale si è verificata una tendenza  a prolungare la fase di veglia, anche se sono stati tenuti a mantenere un ciclo regolare di 24 ore.

L'equipaggio, di età compresa tra 27-38 anni, durante questi mesi di isolamento ha  continuamente comunicato con i team tecnici e con le famiglie, in gran parte via e-mail, con un ritardo di 40 minuti per simulare la distanza. Tre di loro sono stati separati dal gruppo per effettuare una simulazione su "suolo marziano". Il capitano della spedizione, il russo Aleksei Sitev , si è dichiarato entusiasta ed onorato di aver preso parte alla simulazione, la più lunga che sia stata effettuata fino ad ora. Tutti i membri dell’equipaggio, durante lo “sbarco”, sono usciti sorridendo e salutando dalla finta “astronave”. Ad accoglierli vi era una piccola folla che comprendeva molti giornalisti e hanno subito parlato in una conferenza stampa organizzata davanti al “cilindro” che ha simulato il veicolo spaziale.

Alla missione ha partecipato anche l’italo-colombiano Diego Urbina, di soli 27 anni, studente di Ingegneria presso il Politecnico di Torino. Al termine del viaggio, Urbina ha espresso tutta la sua gioia ed emozione per aver partecipato all’esperimento, e si è dichiarato onorato di essere stato scelto tra i suoi compagni per mettere piede sul “suolo marziano”.

Nonostante ci siano stati momenti di stress dovuti all’isolamento, al ritardo delle comunicazioni con l’esterno che simula quello effettivo, e anche alla semplice noia, l’esperimento ha dimostrato che dal punto di vista psicologico gli esseri umani sono in grado di sostenere un’esperienza tanto estrema. Questa non è una garanzia di riuscita di una missione umana su Marte, ma un bagaglio di conoscenze indispensabile per partire preparati,  un grande progresso per un futuro sbarco reale sul pianeta rosso, che, a questo punto, si prospetta sempre più vicino.

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