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Ma l'open source è gratis?

L'open source, cioè i software a codice aperto, come Linux, sono spesso disponibili gratuitamente per gli utenti. Ma in realtà questa non è la loro principale e più importante caratteristica. Inoltre, contrariamente a quanto pensato, spesso anche le grandi aziende si affidano all'open source e non solo i ricercatori degli enti pubblici. Vediamo perché.

Rappresentazione grafica Accanto ai programmi tradizionali, che si comprano sugli scaffali dei negozi di informatica o via internet, esistono diversi software che possono essere scaricati gratuitamente dalla rete e che coprono quasi tutte le esigenze degli utenti.

E' possibile trovare sistemi operativi gratuiti, come le diverse distribuzioni di Linux, suite per l'ufficio, come Open Office, software per la grafica, come Gimp o Ink.

Quelli elencati sono tutti software liberamente scaricabili, ma non solo: sono modificabili dall'utente per personalizzabili (ammesso che si abbiano le competenze informatiche per farlo). Anzi, la seconda è la caratteristica principale. Infatti, un software open source non necessariamente è gratis, ma è sempre liberamente modificabile dall'utente.

Proprio questo è il significato di open source: a codice aperto, cioè tutti i programmatori possono modificarne le caratteristiche o usarne una parte per costruire un'altro software, a patto che applichino la stessa licenza al loro prodotto. In pratica, chi sviluppa il software mette a disposizione di tutti le conoscenze che ha sviluppato per crearle, in modo che chi deve sviluppare un nuovo programma abbia già delle basi da cui partire senza ricominciare da zero.

La filosofia di base è quindi la condivisione della conoscenza, al fine di rendere più voloce ed efficiente lo sviluppo dei software a benificio di tutti.

Il termine è stato coniato nel 1998, durante una conferenza a Palo Alto, in California dove Netscape annunciò il rilascio del codice sorgente per il software Navigator (poi confluito nel progetto Mozilla, da cui il browser Firefox Mozilla). Alcuni programmatori presenti, sostenitori del software libero, discuterono ampiamente delle nuove possibilità aperte da questo evente e Christine Peterson suggerì di adottare il termine open source, che venne adottato da Netscape all'interno della licenza di rilascio di Navigator. Scelsero questo tipo di licenza per i propri software anche altri grandi nomi del mondo industriale, quali l'IBM, la Sun Mycrosystem e l'HP.

Richard Stallman Ma in realtà, il concetto di "codice aperto" risale ad almeno una ventina di anni prima, quando Richard Stallman, che all'epoca lavorava al MIT, si trovò di fronte una nuova stampante Xerox che non segnalava l'inceppamento della carta. Pensò di modificare il programma in modo che questo fosse possibile, ma il codice sorgente non era accessibile per cui non potè farlo. Il motivo per cui le aziende avessero preso questa decisione era di impedire la modifica dei propri software per l'utilizzo con stampanti diverse. In seguito a questa vicenda, Stallman maturò l'idea di opporsi a questo tipo di sistema di licenze, che limita l'impiego delle nuove tecnologie e fondò nel 1985 la Free Software Foundation, una fondazione senza fini di lucro il cui obiettivo era sviluppare e distribuire software libero. L'obiettivo primario era sviluppare un sistema operativo completamente libero, in opposizione all'UNIX ma compatibile con esso, che era quello utilizzato dai produttori di hardware. Il progetto, infatti, si chiamava GNU, il cui slogan era "GNU non è UNIX" (GNU's not UNIX). Stallman assunse dei collaboratori che lavorarono al progetto e stabilirino una prima bozza di licenza affinché si mettesse in chiaro che quello che si andava a produrre era da considerarsi patrimonio comune: si trattava della GUN General Public Licence, la GNU GPL. Ma si dovette aspettare gli anni Novanta perché questo si verificasse: quando un giovane studente di Helsinki, Linus Torvald sviluppo il sistema operativo Linux, messo subito a disposizione di tutti via internet. Il progetto venne accolto con entusiasmo e venne utilizzato come base per sviluppare molti altri progetti fino a portare ad un'ampia scelta di sistemi operativi, sempre in evoluzione, che rispondono a diverse esigenze (adatti ai server, per l'uso domestico, per l'uso in ambito di ricerca, per l'educazione). Ad oggi, comunque, buona parte del codice che compone Linux è opera di Torvald. Questo progetto diede una forte impronta allo sviluppo dei software a codice libero.

Eric Steven Raymond Infine, nel 1998 in seguito ad una conferenza organizzata da Tim O'Reilly, il più importante editore di libri per l'informatica, a cui hanno partecipato la maggior parte delle persone che guidavano o più importanti progetti Open Source, spesso indicati con il termine "free software", software libero. Questa denominazione causava confusione tra il concetto di codice aperto e codice gratuito, che nell'intenzione dei presenti non erano sinonimi. Votarono a maggioranza per il termine open source, che dal giorno dopo divenne quello ufficialmente utilizzato in tutte le pubblicazioni. Da questa conferenza è nata anche l'Open Source Initiative (OSI), fondata nel 1998 da Raymond e Perens.

L'Open Source Initiative e la Free Software Foundation proseguono su piani paralleli, talvolta non proprio coincidenti. Una delle principali differenze è che la prima lavora nell'ottica di sviluppare modelli di business con l'open source, mentre la seconda sostiene che il software libero deve esserlo a tutti i livelli muovendosi su un piano più concettuale, tutti devono poterne usufruire senza vincoli e, infatti, preferiscono il termine "free software".

Nonostante le linee di pensiero molto diverse su cui si basano le due fondazioni, il concetto di base è lo stesso: il codice di un software deve essere liberamente modificabile e disponibile per permettere un più ampio ed efficiente sviluppo degli strumenti informatici, a beneficio di tutti. In entrambi i casi, non bisogna fare confusione tra "liberamente disponibile" e "gratis".

E, in ogni caso, per entrambe non è sufficiente che il codice sia liberamente disponibile, ma sono richieste condizioni aggiuntive come la possibilità di creare software derivati senza dover pagare diritti d'autore, ma con l'obbligo di applicare la stessa licenza.

Per maggiori informazioni:

- il sito della Open Source Initiative

- il sito della Free Software Foundation.

In ogni caso, le licenze che possono essere applicate ai software a codice aperto, sia "open source" o "liberi", sono moltissime e anche diverse: per sapere esattamente cosa si può e cosa non si può fare con un software, compreso se possiamo usarlo "gratis", è sempre meglio leggerle.

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