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Le sonde Voyager verso lo spazio interstellare

A 34 anni dal lancio le due sonde della Nasa continuano ad inviare alla Terra dati dai confini del nostro Sistema Solare e sono pronte per entrare nello spazio interstellare.

 

Il Programma Voyager della Nasa ha avuto inizio il 20 agosto 1977 con il lancio della sonda voyagerVoyager 2, pochi giorni dopo, il 5 settembre, il lancio della Voyager 1; due sonde identiche con l'obiettivo di studiare i pianeti Giove e Saturno. Ma la loro missione è stata successivamente estesa allo studio di altri pianeti esterni, fino a raggiungere i confini del nostro Sistema Solare.

Sono già diversi i record e le scoperte attribuibili alle due sonde.

La Voyager 1 è dal 1998, anno in cui ha superato la sonda Pioneer 10, l’oggetto costruito dall’uomo più distante dalla Terra e la prima sonda ad abbandonare il Sistema Solare, ci sono voluti 34 anni per raggiungere questo traguardo; La sonda si trova ormai in prossimità dello spazio interstellare, oltre il limite di influenza del Sole. È infatti dal dicembre 2010 che il “Low Energy Charged Particle Instrument”, lo strumento che misura il vento solare, non registra più il flusso di particelle cariche emesse dalla nostra stella, che, in questa regione dello spazio  si confonde con quello emesso dalle stelle vicine.Saturno e alcuni suoi satelliti, collage di immagini riprese dal Voyager 1 (1980)

L’espansione del vento solare comincia a rallentare nella zona di spazio chiamata termination shock, per poi diminuire in modo lento e graduale nell’eliopausa, dove attualmente si trova la Voyager 1, e fermarsi completamente ai confini dell'eliosfera. Secondo i ricercatori impegnati nel progetto lo spazio interstellare sarà raggiunto al massimo entro cinque anni.

Attualmente Voyager 1 si trova a 117 unità astronomiche (oltre 17,5 miliardi di km), i segnali radio impiegano più di 16 ore per raggiungere la Terra, e sta viaggiando a una velocità di 17 km/s (oltre 61 mila km/h).

Presto sarà raggiunta dalla Voyager 2, la sonda che più da vicino ha osservato  Urano e Nettuno, e dalla quale provengono la maggior parte delle informazioni che abbiamo sui due pianeti. Questa si trova a 14 miliardi di km dalla Terra, in una zona in cui il flusso di particelle del vento solare non è ancora diminuito.Nettuno e il suo satellite Tritone visti dal Voyager 2 in allontanamento (1989)

Le due sonde hanno inoltre osservato le eruzioni vulcaniche di Io, e indizi di un oceano sommerso sotto la superficie ghiacciata di Europa, entrambi satelliti di Giove; mentre hanno registrato su Tritone, luna di Nettuno, geyser di azoto liquido e fortissimi venti che raggiungono i 2 mila km/h.

La missione Voyager non terminerà, tuttavia, con il raggiungimento dello spazio interstellare, le sonde continueranno ad inviare informazioni alla Nasa almeno fino al 2020, anno in cui è previsto che le batterie nucleari che le alimentano cominceranno ad esaurirsi. Successivamente continueranno a viaggiare nello spazio interstellare, portando a bordo il “Voyager Golden Record”, un disco per grammofono contenente suoni e immagini della Terra e saluti in 55 lingue, indirizzato a chiunque lo possa trovare, in particolare a quelle forme di vita extraterrestre che non rinunciamo a credere possano esistere.

 

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