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Le IAS non arrivano dallo spazio ma sono comunque creature aliene

Gli equilibri degli ecosistemi poggiano su di una fitta rete di interazioni che coinvolge tutti i componenti. Elementi estranei possono divenire fonte di gravi perturbazioni.

Biodiversità ed ecosistemi hanno un comune denominatore: le specie animali e vegetali indigene sono legate tra loro e con l’ ambiente fisico da una sorprendente serie di interazioni reciproche. Quando un elemento esterno od estraneo viene a turbare l’ equilibrio dinamico così instaurato, da un lato viene minacciata la biodiversità, dall’altro è probabile un danno e uno squilibrio nell’ecosistema. Scoiattolo grigio specie invasiva Colpevoli di questi problemi ambientali sono le cosiddette IAS, ovvero le specie aliene invasive. Naturalmente il termine alieno non ha in questo contesto il significato derivato dalla fantascienza, ma si riferisce piuttosto ad una specie che viene introdotta in un habitat che non è il proprio. Nel nuovo ambiente può soccombere, ma, al contrario, può anche riprodursi senza controllo, divenendo invasiva.

L’immissione, sia di specie animali che vegetali in habitat a loro estranei è avvenuta massicciamente in periodi recenti grazie ai crescenti volumi di persone e cose che si spostano continuamente da una parte all’altra del globo. Atlantic comb jelly specie invasiva Molte volte le immissioni sono accidentali e difficilmente controllabili: ad esempio le alghe contenute nelle acque di zavorra delle navi o i parassiti degli animali esotici da compagnia. Molte volte invece si tratta di immissioni intenzionali, come succede per le specie vegetali o animali di interesse agricolo e zootecnico importate perché in grado di garantire maggiori livelli di produttività rispetto alle specie locali, o per gli animali da compagnia di provenienza esotica abbandonati nei nostri ambienti. Quando le specie aliene, senza i nemici naturali, iniziano a moltiplicarsi si può andare incontro a problematiche di diverso tipo perchè le specie indigene possono essere sopraffatte dai nuovi arrivati, e l’habitat di partenza può subire un deterioramento; si devono perciò predisporre mezzi di lotta quando la minaccia riguarda grandi aree coltivate o allevamenti o, ancora peggio, come nel caso delle malattie infettive, la salute umana.

Giacinto d’acqua, specie invasiva Sul fronte della lotta a questi imprevisti purtroppo spesso sottovalutati è stato istituito già dal 1997 il Global Invasive Species Program – GISP. Nato inizialmente come gruppo di lavoro formato da scienziati, biologi, ambientalisti, avvocati, addetti alla gestione delle risorse naturali e volontari, il GISP oggi rappresenta un punto di riferimento interdisciplinare internazionale per l’approccio dello specifico problema. L’organismo permette un accesso di tipo globale alle informazioni sulle IAS e propone una serie di attività che variano secondo la presenza ed il livello di diffusione delle specie nei singoli paesi: la prevenzione, per limitare le immissioni; la sorveglianza, per agire con rapidità quando il problema insorge; il monitoraggio e la gestione delle specie che anno già avuto diffusione.

Per approfondimenti

Specie invasive http://www.units.it/~lbonesi/invasive/invasive.html

Invasive Species Specialist Group: http://www.issg.org/

Rinaturalizzazione ambiente http://www.apat.gov.it/site/_contentfiles/00142400/142499_R_63_2005.pdf

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