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La prima Connessione Cerebrale a distanza

Due ricercatori statunitensi hanno collegato i loro cervelli via internet

Telepatia informatica: sembra davvero fantascienza, eppure è verità. Due ricercatori dell’Università di Washington, Rajesh P. N. Rao e Andrea Stocco hanno raggiunto un traguardo straordinario: collegare via internet i loro cervelli, in maniera che uno dei due interagisse con l’altro, controllandone alcune funzioni. Nei Laboratori per la Cognizione e le Dinamiche Cerebrali Corticali (CCDL), i due soggetti sono stati collegati tra loro nel corso di un progetto finanziato dallo U.S. Army Research Office, unitamente ad altre agenzie federali non militari.

Brain to Brain InterfaceNel mese di agosto 2013, Rao – docente di informatica e ingegneria che si occupa di interazioni tra neuroni e computer da circa 10 anni – si è seduto davanti a un computer e ha indossato un casco dotato di elettrodi collegati a un comune sistema per elettroencefalogramma (EEG), in grado – com’è noto – di leggere e registrare l’attività elettrica corticale. Dall’altra parte del campus universitario, Stocco sedeva di fronte a un secondo computer, indossando una cuffia con elettrodi in grado di stimolare la corteccia motoria sinistra (che controlla la parte destra del corpo) mediante Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Attraverso una semplice connessione internet, i segnali provenienti dal cervello di Rao venivano inviati a stimolare quello di Stocco. Al fine di verificare il funzionamento del sistema, è stato impiegato un videogioco nel corso del quale è necessario colpire alcuni bersagli. Quando Rao ha giocato “mentalmente” la sua mossa, osservando le immagini a schermo e pensando di muovere l’indice sinistro sul mouse, Stocco ha involontariamente mosso il suo indice destro per premere la barra spaziatrice della sua tastiera, definendo la sensazione come un “tic nervoso”.

Il passo compiuto dai due ricercatori apre prospettive a dir poco affascinanti. Recentemente sono stati condotti esprimenti che avevano messo in collegamento i cervelli di due topi o di un topo e un essere umano, tuttavia questo è il primo caso in cui si realizza un’interfaccia – anche se molto rudimentale – tra due cervelli umani. In futuro, questo genere di tecnologia potrebbe consentire, se adeguatamente perfezionata, di trasmettere a una persona le giuste tecniche per risolvere un problema complesso o le istruzioni necessarie per compiere azioni a elevato grado di specializzazione.

In ogni caso, è necessario mantenere un certo distacco e procedere con cautela, anche perché la ricerca in questione non è ancora stata pubblicata e la congruità del metodi impiegati e dei risultati ottenuti non è stata ancora valutata da altri ricercatori. In questo senso, il Professor Rao ha tenuto a precisare che la tecnologia impiegata ha consentito una “fusione cerebralefunzionante solo per segnali cerebrali basilari e che prima di poter realizzare una vera e propria trasmissione del pensiero, saranno necessari ancora ulteriori studi. I due ricercatori attualmente hanno in programma nuovi esperimenti utili a scambiare informazioni tra i cervelli in maniera bidirezionale e con introduzione di concetti complessi come emozioni e movimenti finalizzati.

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