Leggere le informazioni scambiate dai neuroni del nostro cervello e trasmetterle a un computer al fine di studiare varie patologie neurodegenerative come l'Alzheimer e la malattia di Parkinson.
Detto in termini più tecnici si tratta di sviluppare dispositivi impiantabili nel nostro cervello e neuroprotesi in grado di acquisire informazioni dall’attività elettrica del cervello e trasmetterle a un computer in modalità wireless, ovvero senza fili.
Questo l'ambizioso obiettivo che si pone “Cyber Brain”, un progetto della Fondazione Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, di recente presentato al pubblico. Il nuovo polo di eccellenza negli studi e nelle cure del cervello avrà sede ad Avellino e potrà contare su un investimento di oltre 12 milioni di euro e sulla partecipazione di nove partner (tra cui l’Istituto Euro-Mediterraneo di Scienza e Tecnologia di Palermo, la “Federico II” di Napoli, l’Università di Bologna, l’Albany Medical College Hospital di New York, e aziende del calibri di General Electric e Telespazio), oltre alla realizzazione di un nuovo centro di formazione per un totale di sessanta nuovi ricercatori.
I dispositivi sviluppati nell’ambito di questo progetto, monitorando costantemente l’attività cerebrale di pazienti che soffrono di patologie neurodegenerative, permetteranno una diagnosi sempre più accurata e l’elaborazione di nuovi e più sofisticati protocolli di interazione cervello-computer. Tra le possibili indicazioni cliniche per un monitoraggio invasivo rientrano l’epilessia farmaco-resistente, il morbo di Parkinson ed altri disturbi del movimento, la depressione maggiore farmacoresistente ed altri disturbi psichiatrici come il disturbo ossessivo-compulsivo, il dolore cronico, etc.
Neuroprotesica, robotica riabilitativa, human computer interface, chirurgia robotica, telediagnosi e telecontrollo, grazie ai finanziamenti concessi, non saranno più idee futuristiche, ma una reale opportunità per la medicina di domani.
Basta pensare che i microchip impiantati nel cervello potranno trasmettere informazioni in tempo reale tra medico e cittadino o tra medico e medico, consentendo al clinico il controllo remoto dei dispositivi biomedicali e l’intervento a distanza. La chirurgia robotica permetterà interventi sempre meno invasivi e più sicuri per chi vi si deve sottoporre, mentre la neuromodulazione chirurgica consentirà di curare, anche a distanza, con stimolazioni, quei disturbi legati a disfunzioni del sistema nervoso, come il Parkinson.
I dispositivi che saranno sviluppati saranno in grado di trasmettere in modalità wireless le informazioni acquisite dalla corteccia cerebrale oppure da nuclei intraparenchimali ad apparati di ricezione e registrazione del segnale elettrico cerebrale che potranno inviare tali informazioni su sistemi in remoto (telemedicina) per garantire una diagnosi accurata e il monitoraggio in tempo reale dei parametri vitali del paziente.
Come sostenuto dal responsabile del Progetto, l’Ing. Fabio Sebastiano dell’IRCCS NEUROMED: “ Il progetto Cyber Brain intende potenziare le strutture di ricerca dei soggetti partner attraverso la realizzazione di una piattaforma biotecnologica collocata in regione Campania ed in Sicilia da dedicare alla Neuro Cibernetica. Cyber Brain sarà mirato alla realizzazione di un’infrastruttura di eccellenza nel Mezzogiorno ed a livello internazionale, attraverso l’acquisizione di tecnologie all’avanguardia e fortemente innovative nell’ambito delle neuroscienze e la messa in rete di sistemi di telemedicina, telediagnosi e telecontrollo per la gestione in remoto di sistemi impiantabili su scala nazionale, europea e internazionale, creando nuovi mercati ancora inesplorati. Si tratterà della prima piattaforma mai realizzata in Italia, e per molti aspetti in Europa, dedicata interamente alla neurocibernetica
Un ulteriore sviluppo della tecnologia, prevederà non solo di registrare l’attività cerebrale ma anche di influenzarla tramite stimolazione, permettendo la cura di disturbi funzionali tramite modalità del tutto nuove. In definitiva, un polo di innovazione che consentirà finalmente di varcare le frontiere della medicina, con l’integrazione tra cervello e cibernetica, facendo della telemedicina una realtà”.
Il progetto, oltre alla ricerca a alla cura, prevede anche una forte attività di formazione. Verrà, infatti, avviato un intervento di alta formazione mirato alla creazione di figure professionali specializzate nell’utilizzo delle strutture e delle attrezzature nei settori trasversali di operatività della piattaforma.